Stedelijk Museum - Amsterdam
25 / 03 / 2018 – 26 / 08 / 2018

Lo Stedelijk Museum di Amsterdam presenta il debutto di Studio Drift nei musei. Oltre alle prime opere, questa prima mostra presenterà dei lavori inediti realizzati dal duo olandese Lonneke Gordijn e Ralph Nauta, fondatori di Studio Drift. Per l’occasione, Studio Drift creerà la più grande installazione mai vista di Fragile Future.

Cuore dell’installazione sarà Fragile Future Chandelier 3.5 (2012) un’opera acquistata dal museo nel 2015. Un’altra opera importante è Drifter, un monolite di cemento fluttuante di 4 x 2 x 2 metri. Dopo l’anteprima mondiale all’Armory Show di New York nel 2017, questa magica installazione sarà esposta nella IMC Gallery dello Stedelijk. Il film Drifters (2016) e l’installazione Elementism (2018) verranno mostrati per la prima volta. Nel complesso, la mostra comprenderà otto delle installazioni di Studio Drift che occuperanno interamente la sala, accompagnate da una selezione di film.

L’opera di Studio Drift occupa uno spazio unico all’intersezione tra tech art, performance e biodesign. Come museo che ha sempre dato grande importanza sia all’arte che al design che alla performance, lo Stedelijk Museum è il luogo ideale in cui esporre questo lavoro transdisciplinare.

Gordijn e Nauta trattano tematiche attuali quali la sostenibilità, il significato dei processi naturali per l’ambiente di oggi e i problemi sollevati dall’utilizzo della realtà aumentata. Il loro lavoro si concentra sulla società in continuo cambiamento, modellata dall’impatto di innovazioni frenetiche, senza dare giudizi.

 Le mutevoli relazioni tra uomo, natura e tecnologia sono il punto focale del lavoro di Studio Drift. Il loro primo progetto, Fragile Future, ora diventato un’iconica serie di sculture di luce rappresentanti fiori di tarassaco applicati singolarmente alle luci a LED, ha portato il duo ad una fama internazionale. Nel corso degli anni, l’opera si è trasformata in un sistema modulare che può essere combinato in varie configurazioni.

Posizionare e incollare i semi di tarassaco sul LED è un processo estremamente impegnativo e può essere considerato come una forma di “slow design”. Questa tipologia di artigianato di precisione è in netto contrasto con i contemporanei processi di produzione di massa. Fragile Future offre un assaggio utopico del nostro futuro, in cui le forze di due mondi apparentemente inconciliabili si uniscono nel tentativo di sopravvivere.

Come quasi tutti i lavori di Studio Drift, l’opera può essere adattata per creare una composizione unica per ogni spazio. In esclusiva per lo Stedeljik, Studio Drift creerà la più grande istallazione mai vista di Fragile Future, che si incentra sul Fragile Future Chandelier 3.5. L’opera di Studio Drift si interroga sulle relazioni oscillanti tra natura, tecnologia e uomo. Il loro lavoro tratta tematiche quali la (illusione della) libertà, l‘individuo e il gruppo e la tensione tra il mondo reale e quello virtuale.

Il duo rende manifesti i processi naturali traducendo i dati con la tecnologia e “dando vita” agli oggetti animandoli. Molte delle loro installazioni sono interattive, rendendo così il visitatore un partecipante attivo. La bellezza placida delle loro opere invita il pubblico a fermarsi e a fare esperienza della meraviglia di ciò che viene svelato, a godersi pochi secondi di quiete in questo mondo frenetico e digitale.

Per raggiungere tutto questo, Studio Drift utilizza tecnologia all’avanguardia per estendere i confini del possibile. Spesso i loro progetti richiedono strette collaborazioni con università e scienziati. In alcuni progetti recenti, il duo si è dedicato all’uso delle materie prime. In Obsidian (2013) si sono concentrati su un nuovo materiale ottenuto dal recupero di rifiuti chimici.

Elementism (2018) si basa sullo smontaggio di numerosi oggetti (quali bottiglie d’acqua, matite, il maggiolino della Volkswagen, borse della spesa di plastica, lampadine elettriche, luci a LED) nell’esatta quantità dei loro materiali costitutivi. Così facendo, il duo mostra quanto materiale serve per realizzare ogni prodotto e come un nuovo metodo di produzione possa ridurre l’uso di materiali.

 Alcune opere recenti esplorano la relazione paradossale tra il reale e il mondo virtuale. In Concrete Storm1 (2017) degli occhiali speciali offrono ai visitatori ologrammi mobili in realtà aumentata, un accompagnamento verso un’installazione di elementi in cemento che esiste nel mondo fisico che crea una nuova tipologia di realtà, una “realtà mista”.

L’installazione Drifter (2017) tocca una varietà di tematiche: come cambia la percezione del mondo quando si realizza che quello che diamo per scontato adesso, un mondo composto da strutture enormi, immensamente forti e stabili, in passato era considerato un’utopia? Nel futuro, un cuboide fluttuante in cemento sarà reale tanto quanto le città in cemento di oggi, come aveva profetizzato Tommaso Moro nel 1516 nel suo libro “Utopia”?

Studio Drift ha mostrato per la prima volta un monolite fluttuante in cemento nel film Drifters (2016), (in collaborazione con Sil van der Woerd), che verrà mostrato in anteprima in questa mostra. Studio Drift è stato fondato nel 2007 da Lonneke Gordijn (Alkmaar, 1980) e Ralph Nauta (Swindon, Regno Unito, 1978).

La passione per la natura, la fantascienza e la tecnologia si mescola nelle loro installazioni site-specific e nelle sculture interattive. Per tradurre i concetti in risultati finali lavorano spesso a stretto contatto con ricercatori, programmatori, ingegneri e altri esperti, incoraggiando sempre i loro partner a spingersi oltre i confini della tecnologia.


http://www.studiodrift.com/

https://www.stedelijk.nl/en