NOME Gallery – Berlin
16 / 09 / 2016 - 11 / 11 / 2016

La NOME Gallery è lieta di presentare Reconnaissance, la personale di Ingrid Burrington inaugurata il 16 Settembre 2016.

Con Reconnaissance, l’artista e scrittrice Ingrid Burrington esplora la tensione che si crea tra lo stupore derivante dai paesaggi aerei catturati digitalmente e, per usare un’espressione Donna Haraway: “La verità oggettiva e immaginaria della visione globale”. La serie di stampe lenticolari su larga scala raffiguranti data center, basi militari e downlink suggerisce che, sebbene la scala e il dettaglio dell’immagine satellitare possano risultare affascinanti, non vi è in realtà alcuna visione totale o definitiva.

Ogni stampa presenta un unico sito, rilevante dal punto di vista politico, catturato nello stesso momento in due punti differenti. Mentre l’osservatore si sposta da un lato all’altro, viene mostrata la natura composita dell’immagine e con essa tutte le idee relative alla manipolazione e alla perenne mutevolezza delle mappe che consultiamo sui nostri schermi.

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Le prospettive dall’alto di Reconnaissance entrano dunque nella storia delle visioni aeree, dalle invenzioni panoramiche del IX sec, fino alle immagini di Landsat e di Google Maps. Come scrive la stessa Burrington nei suoi appunti: “La visione dal nulla non emerge dal nulla…ma è il frutto di decenni di sviluppo e ricerche aerospaziali ed elettriche”. Ciò che emerge non è altro che un doppione dell’estetica della visione meccanica e delle infrastrutture del terreno – in cui i satelliti vengono lanciati e i dati immagazzinati e messi in circolazione – rendendo possibile tutto ciò.

Il lavoro di Ingrid Burrington si concentra sulla mappatura, la documentazione e l’identificazione degli elementi tipici delle infrastrutture di rete, soffermando l’attenzione sui paesaggi del mondo di internet che, spesso, passano inosservati o vengono censurati. La Burrington è stata artista ospite al Lower Manhattan Cultural Council, ad Eyebeam, al Center for Land Use Interpretation, nonché membro di Data & Society. Scrive per il San Francisco Art Quarterly, Creative Time Reports, The Nation, e-fux Journal e The Atlantic. È inoltre membro di Deep Lab, un collettivo di ricercatori, artisti, scrittori e ingegneri che esplorano i temi relativi al controllo, al potere, alla tecnologia e alla società.

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La NOME Gallery fondata nel 2015, si muove tra arte, politica e tecnologia, esplorando i nodi derivanti dall’intreccio tra questi campi. La galleria si prefigge l’obiettivo di generare una consapevolezza critica circa le questioni cruciali della nostra epoca.


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