FACT si distingue nel ricreare ambienti magici dal nulla, ma Aurora è stato qualcosa di eccezionale. Questa installazione site-specific, creata dal collettivo di Leeds Invisible Flock con collaborazioni internazionali, doveva aprire la città all’arte, e i cuori alla magia di qualcosa che diamo per scontato ogni giorno. È stata la mostra che ha catturato l’immaginazione degli abitanti della contea di Merseyside, che fossero amanti dell’arte oppure no. Chi immaginava che a Liverpool ci fosse addirittura una cisterna abbandonata nel distretto di Toxteth? Costruita nel 1845 in epoca vittoriana e chiusa nel 1997, la Toxteth Reservoir un tempo ospitava l’acqua potabile per i residenti.
Stivali di gomma e briefing sulla sicurezza
Sapevo solo che dovevo indossare gli stivali di gomma. Ho fatto anche di più, sfoggiando i pantaloni impermeabili che avevo preso tre anni prima per il viaggio a Reykjavik, quando sono andata a vedere l’aurora boreale. Stavolta non dovevo andare così lontano. Il fatto che ci fosse un momento dedicato a un briefing sulla sicurezza mi rendeva nervosa. Per me significava pericolo di morte. Ma se quel giorno dovevamo camminare sull’acqua, allora dovevamo dimostrare la nostra fede nei miracoli. Poco dopo, siamo stati guidati alla fortezza di arenaria: quadrata, quasi concava, con una torretta visibile su uno degli angoli.
Destabilizzante per i sensi
Entrando all’interno, nel buio pesto, mi sono sentita destabilizzata, gli occhi faticavano ad abituarsi all’oscurità. I sentieri erano illuminati da raggi laser. Mentre calpestavo le pozzanghere che inondavano l’ambiente, non potevo fare altro che seguire gli altri visitatori sul sentiero illuminato da strisce di luce brillante. È certamente lo scopo di ogni artista, quello di farci ricalibrare i sensi? Mettendo in discussione la certezza che abbiamo nel mondo fisico e la fiducia nelle nostre capacità, eravamo pronti ad accogliere questa mostra, proprio come una congregazione religiosa è pronta a ricevere il miracolo dell’ostia.
Turbati, ci siamo addentrati nelle acque poco profonde, fino ad imbatterci in sculture di ghiaccio cuboidi che hanno illuminato i nostri stati d’animo già esaltati, suscitando in noi una frenesia caleidoscopica. Le forme illuminate all’interno dei blocchi di resina, fredde e reattive al tocco di mani curiose, assomigliavano a fossili o ad organi in un’animazione sospesa: le fessure sembravano vene. Ai margini della stanza, si poteva scorgere il bagliore caldo-neutro degli archi vittoriani color sabbia, in contrasto con la luminosità all’interno dello spettacolo stesso.
Al centro della scena, quello spettacolo per gli occhi in lenta transizione diventava giallo e verde, i colori dell’aurora boreale, un fenomeno che associamo alla magia, al magnetismo e alle gioiose connotazioni del Circolo Polare Artico.
Laser e diamanti di ghiaccio
Una fila di pendenti di cristalli di ghiaccio che penzolavano dal soffitto invisibile catturavano i raggi tra i pilastri di acciaio solitari. Allora mi è sorto d’improvviso un pensiero: se l’acqua è più preziosa dell’oro, forse potrebbe essere perché (a parte il motivo ovvio) ha la capacità di diventare simile a un diamante in circostanze facilmente realizzabili? I diamanti di ghiaccio sono temporanei e ciò che non dura per sempre è considerato prezioso, proprio come le stagioni e la vita stessa.
L’H20 è eterna, ma le sue qualità vitali e l’attuale distribuzione sono preservate solo da una nostra attenta gestione della società e del pianeta. Il Direttore creativo di Invisible Flock, Victoria Pratt racconta: “Aurora usa una tecnologia all’avanguardia per rappresentare l’acqua come una sostanza, un corpo, un’entità spirituale e non semplicemente come un’utenza. Nell’estate più secca mai registratasi [nel Regno Unito] non potrebbe esserci un momento più appropriato per affrontare tale conversazione sull’acqua, per esplorare l’assenza ma anche l’eccesso. ”
Lo spettacolo ha continuato con una lunga serie di luci lampeggianti punteggiate da incantesimi oscuri; onnipresenti riflessi bianco-blu; raggi laser viola e verdi che tagliavano l’oscurità; acqua che faceva da specchio allo spettacolo di luci soprastanti, proiettando la mostra in nuove dimensioni.
Un inesorabile paesaggio sonoro
Era il suono l’unico ad avvertirci della presenza dell’acqua, il cui riconoscimento ci è stato impiantato come parte del nostro istinto di sopravvivenza. L’acqua poteva essere sentita ovunque e subito il suo delicato e tranquillo sgocciolio veniva sostituito dalla pioggia torrenziale dei tropici.
Propagandosi in un paesaggio sonoro animato, accattivante e atmosferico, la musica si intensificava impercettibilmente verso un drammatico crescendo; ho sentito quelle sconvolgenti vibrazioni rimbalzarmi contro il petto. Poi, d’improvviso, il silenzio e il suono dei nostri pensieri e delle nostre domande, prima che venissi rispedita in un ignoto quartiere di Liverpool.
Uno spazio secolare per la meditazione
In un lasso di tempo di 45 minuti, la mostra ha offerto ai visitatori una prospettiva diversa da cui guardare la nostra risorsa più preziosa. Aurora è riuscita a innescare un dibattito interiore e ha incoraggiato quelle discussioni filosofiche che le nostre menti ignorano nella vita di tutti i giorni. La cisterna sotterranea ha messo a nostra disposizione uno spazio meditativo sul quale tutti possiamo salire a bordo.
L’esposizione non ha allontanato le persone comuni, infatti è andata oltre l’essere semplicemente un’installazione artistica accessibile a coloro che se ne intendono. Ha compiuto la sua missione di creare un’esperienza multisensoriale riproducendo fedelmente “paesaggi, suoni e meraviglie” del pianeta Terra.