Nella sovrabbondanza di immagini digitali e musica prodotta dall’industria culturale commerciale, ampie fasce di persone stanno perdendo la propria voce. La rappresentazione visiva è diventata popolare e largamente accessibile tramite le tecnologie digitali, ma la rappresentanza politica viene progressivamente cancellata dal profitto economico. Le persone vengono rappresentate solo in quanto potenziali consumatori. Tuttavia, mentre i suoni fluttuanti proliferano, gli artisti continuano a battersi per catturare la propria identità nel suono.
In Joy of Singing, sei artisti presentano una gamma di esplorazioni sperimentali sulle possibilità artistiche della popular music. Non si tratta della popular music elitaria etichettata come tale per distinguerla dall’alta cultura, e nemmeno di un sinonimo della dilagante pop music prodotta dal nastro trasportatore dell’industria culturale. Invece, essa resiste alle regole e ai vincoli del sistema per cantare le proprie idee sulle persone e sul mondo secondo la sua estetica: è un nuovo tipo di musica popolare. I sei artisti rendono omaggio alla pop music che canta delle realtà e dei sogni di chi è emarginato, che sia per genere, orientamento sessuale o razza, in un lavoro che esprime la loro estetica e il loro pensiero critico.
Dew Kim canta le parole incantate della canzone di una pop idol, offuscando gli evidenti ruoli binari di genere riprodotti nell’industria del K-pop. Tramite il gruppo femminile virtuale 4ROSE, Ga Ram Kim ha rilasciato dal 2014 dei brani digitali basati su commenti trovati sotto a famosi articoli online. Kwanghwee Ahn prende in prestito il genere hip hop per cantare delle lotte degli artisti millennial. Jam and Cook di Daniel Schine Lee è un’installazione interattiva ispirata alla storia della musica underground con rap e giradischi.
Pauline Curnier Jardin si focalizza sull’ambiguità e le identità molteplici di Jeanne d’Arc (Giovanna d’Arco) come figlia di un contadino, eretica, strega, santa patrona della Francia, martire cattolica, maschio e femmina. Grotta Profunda mostra come donne provenienti da contesti di povertà, minoranze sociali come rappresentato da figure quali la Vergine Maria o Bernadette Soubirous, ottengano riconoscimenti politici, militari o religiosi. Jimi Hendrix chiuse Woodstock nel 1969 suonando l’inno nazionale americano, la Star-Spangled Banner, con la sua chitarra elettrica. Le esplosive note dissonanti protestavano la violenza e i bombardamenti in corso in Vietnam, e divennero un simbolo dei diritti civili e dei movimenti pacifisti e della controcultura negli USA. L’artista giapponese Tsubasa Kato tiene un concerto tributo a Seattle, città natale di Hendrix, dove viene riprodotta questa sua performance leggendaria. Quattro musicisti bianchi lottano contro la corda che li lega per poter eseguire il brano.
L’approccio alla rappresentazione è multistrato, elaborato e dettagliato. I nostri corpi, dove razza, classe e genere si intersecano, non sono puri oggetti naturali. La loro rappresentazione rivela i valori che il mondo contemporaneo attribuisce ai corpi umani. Le opere di questi sei artisti rendono omaggio alla popular music e sono allo stesso tempo internazionaliste, sperimentali. In un’epoca di monopoli musicali, questi artisti si uniscono in solidarietà per combattere la mercificazione.