Prescindendo da identificazioni di genere, Hans-Joachim Roedelius, ancor più che come pioniere, è da considerare come il punto zero di alcune delle più importanti rivoluzioni sonore dagli anni Settanta ad oggi.
Baluardo della kosmische musik, comincia a comporre alla fine degli anni Sessanta, dedicandosi non solo alla musica, quanto alla ‘conditio humana’ stessa, punto da cui sviluppa una produzione artistica profondamente inserita nel contesto sociale.
Scrittore e fotografo oltre che musicista, Roedelius fonda, insieme a Dieter Moebius e Conrad Schnitzler, i Kluster gruppo sperimentale che, nel 1971, quando il membro dei Tangerine Dream abbandonerà il trio, si trasformerà in Cluster. Poco più tardi, sempre insieme a Moebius e al chitarrista dei Neu! Micheal Rothen, prende vita un altro progetto importante, Harmonia, che Brian Eno descriverà come “il gruppo rock più importante al mondo”. Roedelius arriva a produrre in tre decadi più di ottanta album molti dei quali come solista, entrando a far parte di quella ristretta fascia di eccellenza che può dire di aver stravolto il panorama musicale più volte lasciandosi sempre alle spalle l’avanguardia.
Stefan Schneider inizia a suonare le percussioni e la batteria all’età di dodici anni. La sua carriera comincia negli anni Novanta quando fonda i Deux Baleines Blanches, gruppo avant-pop fortemente schierato contro l’emergere di nuovi estremismi di destra in Germania.
Da una costola della band, insieme a Detlef Weinrich
(ora noto come Toulouse Low Trax), Thomas Klein e Andreas Reihse, dà vita agli storici Kreidler: le sonorità diventano più complesse e virano verso un post rock sperimentale con forti influenze krautrock, IDM e pop d’avanguardia, combinando l’analogico e il digitale all’improvvisazione. A metà degli anni Novanta lascia i Kreidler per dare forma ad un altro progetto: i To Rococo Rot.
Il sound della nuova band unisce le bass line melodiche e prominenti di Schneider alle percussioni, la chitarra e i synth dei due fratelli Lippok, e li porta a diverse uscite sul colosso Domino Records.
Noto anche per Mapsation, moniker con il quale esplora la techno nella sua componente più dub e minimale, Schneider viene a contatto con Roedelius grazie a Bureau B, etichetta pioniera del krautrock e dell’elettronica sulla quale entrambi erano già usciti con altri progetti. I due cominciano a collaborare nel 2011 e pubblicano due album, Stunden e Tiden, composizioni che condensano il concetto in “miniature musicali he spaziano dal melodico all’astratto” e che vedono il fondatore dei Cluster alle prese con pianoforte e sintetizzatori e quello dei Kreidler agli arrangiamenti elettronici.
I due musicisti, accomunati da un’abilità sperimentale fuori dall’ordinario, dal vivo creano un milieu introspettivo, si ascoltano ed improvvisano, trascinandoci in una danza emotiva e allo stesso tempo composta. Un’elettronica d’ambiente ipnotica e minimale che confluisce in progressive reminiscenze kraut-rock e percussivi accordi jazz, e che il 4 Maggio, per la prima volta in Italia, incanterà la Sala Grande del Teatro Franco Parenti.