Walker Art Center - Minneapolis, United States
12 / 06 / 2021 - 24 / 10 / 2021

Con una formazione sia da architetto che da scultore, l’artista Rayyane Tabet (nato nel 1983 ad Ashqout in Libano, vive e lavora tra Beirut e San Francisco) indaga le peculiarità dell’ambiente costruito attraverso installazioni poliedriche che giocano con la percezione della distanza fisica e temporale. Tessendo insieme storie personali e testimonianze ufficiali, le opere di Tabet spesso forniscono una nuova lente attraverso cui vedere il passato e le sue inaspettate connessioni con il presente.

Per la sua prima commissione presso un museo statunitense, Tabet ha creato una nuova installazione incentrata sulle intersezioni tra architettura, design e tecnologia. La sua ricerca è iniziata con una visita all’ex stabilimento IBM di Rochester, Minnesota. Progettato negli anni ’50 dall’architetto Eero Saarinen, l’edificio fu emblematico all’epoca del passaggio di metà secolo dal lavoro industriale a quello postindustriale negli Stati Uniti. Da lì l’artista ha dipanato una rete di legami all’interno della storia dell’azienda tra cui lo stesso Saarinen, l’architetto Edward Larrabee Barnes (che progettò l’edificio Walker nel 1971) e i designer Paul Rand e Charles e Ray Eames. Sulla base di questa ricerca, Rayyane Tabet: Deep Blues presenta un’installazione scultorea, luminosa e sonora in più parti e si espande oltre lo spazio della galleria attraverso un intervento architettonico site-specific.

In ricordo del famoso edificio IBM di Rochester dalle due tonalità di blu, Tabet ha trasformato la parete di vetro del Walker lunga circa 20 metri in un paesaggio blu trasparente, sovrapponendo alla facciata dell’edificio il design a motivi di Saarinen. La galleria, immersa in una luce blu, attraversa ciclicamente le dieci sfumature dello spettro dei colori aziendali di IBM. Sedie Eames IBM smantellate sono sospese al soffitto in una sorta di teatro della memoria. Un pezzo sonoro, eseguito da un’intelligenza artificiale addestrata a leggere copioni, rispecchia le modulazioni della voce dell’artista. In definitiva, Tabet crea uno spazio di indagine che confonde i confini tra smaterializzazione, identità e oggettività.


https://walkerart.org/calendar/2021/rayyane-tabetCon una formazione sia da architetto che da scultore, l’artista Rayyane Tabet (nato nel 1983 ad Ashqout in Libano, vive e lavora tra Beirut e San Francisco) indaga le peculiarità dell’ambiente costruito, attraverso installazioni poliedriche che giocano con la percezione della distanza fisica e temporale. Tessendo insieme storie personali e testimonianze ufficiali, le opere di Tabet spesso forniscono una nuova lente attraverso cui vedere il passato e le sue inaspettate connessioni con il presente.

Per la sua prima commissione presso un museo statunitense, Tabet ha creato una nuova installazione incentrata sulle intersezioni tra architettura, design e tecnologia. La sua ricerca è iniziata con una visita all’ex stabilimento IBM di Rochester, Minnesota. Progettato negli anni ’50 dall’architetto Eero Saarinen, l’edificio fu emblematico all’epoca del passaggio di metà secolo dal lavoro industriale a quello postindustriale negli Stati Uniti. Da lì l’artista ha dipanato una rete di legami all’interno della storia dell’azienda tra cui lo stesso Saarinen, l’architetto Edward Larrabee Barnes (che progettò l’edificio Walker nel 1971) e i designer Paul Rand e Charles e Ray Eames. Sulla base di questa ricerca, Rayyane Tabet: Deep Blues presenta un’installazione scultorea, luminosa e sonora in più parti e si espande oltre lo spazio della galleria attraverso un intervento architettonico site-specific.

In ricordo del famoso edificio IBM di Rochester dalle due tonalità di blu, Tabet ha trasformato la parete di vetro del Walker lunga circa 20 metri in un paesaggio blu trasparente, sovrapponendo alla facciata dell’edificio il design a motivi di Saarinen. La galleria, immersa in una luce blu, attraversa ciclicamente le dieci sfumature dello spettro dei colori aziendali di IBM. Sedie Eames IBM smantellate sono sospese al soffitto in una sorta di teatro della memoria. Un pezzo sonoro, eseguito da un’intelligenza artificiale addestrata a leggere copioni, rispecchia le modulazioni della voce dell’artista. In definitiva, Tabet crea uno spazio di indagine che confonde i confini tra smaterializzazione, identità e oggettività.


https://walkerart.org/calendar/2021/rayyane-tabet