mumok-Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien – Vienna
27 / 11 / 2021 – 24 / 04 / 2022

Sin dai primi anni ‘90, Wolfgang Tillmans esplora la nostra visione del mondo e le condizioni sociali in cui viviamo. Guidato dalla domanda autocritica “Cosa vedo veramente? Cosa vedo e cosa voglio vedere? Cosa c’è nell’immagine?”, dedica la sua opera alle persone e ai corpi, ai paesaggi, all’architettura, agli oggetti e ai fenomeni celesti.

Tillmans produce fotografie, installazioni, video e musica che sfidano i confini del visibile, rivelando modi alternativi di percezione che fanno trasparire sottili intuizioni sulle basi stesse della nostra coesistenza e dei nostri desideri. La sua mentalità aperta e il rifiuto di qualsiasi prospettiva unidimensionale rendono i postulati di verità trascurati altrettanto discutibili quanto le posizioni assolute o gli atteggiamenti autoritari. Le opere risultanti dimostrano la volontà di formare comunità, di interagire con gli altri, di impegnarsi nell’auto-riflessione e quindi superare stati (aggregati) rigidi.

Alla luce della straordinaria acclamazione di cui ha goduto Wolfgang Tillmans in tutto il mondo negli ultimi anni, è sorprendente che le sue opere siano state esposte solo sporadicamente a Vienna. Ci è quindi sembrato che fosse giunto il momento di offrire uno sguardo completo all’opera multiforme di Tillmans. La mostra Wolfgang Tillmans: Sound Is Liquid presenta le prime fotografie scattate nell’ambiente della cultura pop degli anni ’90 assieme a immagini astratte, fotografie ad alta risoluzione della realtà globalizzata e digitalizzata all’inizio del XXI secolo, e fotografie scattate poco prima e durante la pandemia. Sarà in mostra anche l’installazione video a due canali Book for Architects, così come una serie di registrazioni musicali e video recenti. L’album di debutto di Tillmans Moon in Earthlight, recentemente pubblicato, sarà presentato con un’installazione audio-video nello spazio espositivo.

L’attenta osservazione delle persone, delle loro relazioni, della connessione con le cose attorno a loro è di importanza fondamentale nell’opera di Tillmans. Le nostre relazioni interpersonali e i modi con cui percepiamo i corpi, le immagini, i materiali e le superfici stanno attualmente subendo cambiamenti di vasta portata, dato che le nostre vite quotidiane si trasferiscono sempre più nello spazio virtuale. Questa riorganizzazione dello spazio e gli sviluppi mediatici che la accompagnano stanno influenzando anche lo status della fotografia e la sua relazione con la materialità e la visualità.

Negli ultimi anni, Wolfgang Tillmans ha rivolto sempre più l’attenzione alla relazione in continua evoluzione tra aptica e ottica, tra corpo e sguardo – affrontando la materialità della carta e la sua percezione attraverso varie forme di presentazione, inquadratura e rappresentazione, esplorando diversi processi di stampa e inchiostri, o sperimentando con i gradi di messa a fuoco e risoluzione, che superano di gran lunga le capacità dei nostri occhi. Le sue opere quindi affrontano ripetutamente le condizioni e i limiti del visibile in relazione ad altre forme di esperienza sensoriale, indagando lo status e il ruolo della fotografia tra forme analogiche e digitali di produzione e rappresentazione. In questo modo l’arte di Tillmans ci permette di entrare in contatto con la “distribuzione del sensibile”, o piuttosto con quelle “forme di riconfigurazione dell’esperienza” che, come dice giustamente il filosofo Jacques Rancière, costituiscono anche il terreno della “nostra soggettivazione politica”.

Le opere di Tillmans esposte al mumok trattano della trasformazione sociale, tecnologica e mediatica, oltre a intraprendere un esame puntuale delle forme di presentazione e percezione all’interno dello spazio del museo. Entrare in contatto con la distribuzione del sensibile, ovvero con la relazione tra visualità e presenza corporea, implica qui, ultimo ma non meno importante, l’indagine dei modi di presentazione e ricezione, delle relazioni spaziali e dimensionali, così come delle nostre esperienze di prossimità e di distanza (che sono state profondamente alterate, soprattutto nell’ultimo anno e mezzo).