Dov’è finita la magia nell’era della trasformazione digitale e sociale? In che modo il presente ibrido influisce sulle esperienze sensoriali e sui rituali collettivi? È nelle app e nei dispositivi che usiamo quotidianamente che la magia del presente giace sopita? O forse l’annientamento dell’umanità attraverso l’intelligenza artificiale sta diventando uno scenario più realistico che la fine del capitalismo? E quali porte può (ri)aprire un riferimento postcoloniale e anticapitalista alla magia? Di fronte a un sistema sociale disfunzionale, caratterizzato dallo sfruttamento ecologico ed economico, e dalla massiccia persistenza di strutture coloniali nel presente, il festival dell’HAU, Spirits, Jinns & Avatars, va alla ricerca di strategie di (ri)incanto, spaziando tra materiale e immateriale, tra mondi analogici e digitali, tra danza, spettacoli, teatro, musica, film, videogiochi, arte visiva e net art. Magia e tecnologia non sono considerate come due poli opposti che si respingono reciprocamente, ma piuttosto come fattori coesistenti in un presente che deve essere cambiato con tutti i mezzi disponibili per il bene del futuro.
Con: Ulduz Ahmadzadeh / ATASH contemporary dance company, Nadezhda Bey, Danielle Brathwaite-Shirley, Ariel Efraim Ashbel and friends, Karin Ferrari, Wellington Gadelha, Núria Guiu, Adham Hafez, Houseclub präsentiert: Caliimusik & Serkan Ünsal, Eisa Jocson, Paul Maheke, Mazaher, Nkisi, Pemanagpo, Philippe Quesne, Valerie Renay, She She Pop, Die Wilde Jagd, Lu Yang
Un festival dell’HAU Hebbel am Ufer promosso all’interno della Alliance of International Production Houses dal Federal Government Commissioner for Culture and the Media.