La nascita dell’arte concettuale è stata a lungo associata al collasso dello standard aureo nel 1971. Con una semplice decisione il valore del dollaro non è più stato sostenuto finanziariamente dal valore intrinseco di una materia prima, divenendo invece immateriale e permettendo così una maggiore speculazione e volatilità nei mercati finanziari.
Allo stesso tempo gli artisti contemporanei adottarono una tattica simile, allontanandosi dagli oggetti per evitare le forze del mercato, anche se molto diffuse.
Ad ogni declino e recessione è divenuto sempre più chiaro che una manciata di banche e società per azioni d’investimenti detenessero un grande potere sulla nostra vita quotidiana. Neoliberal Lulz riunisce il lavoro di cinque artisti che si interrogano su questa relazione e rispondono adottando delle strategie aziendali per i propri scopi.
L’azienda di Constant Dullart DullTech™ è una start up nel campo della tecnologia pienamente sviluppata. Il lettore multimediale DullTech™ è, a detta del suo inventore, “un lettore multimediale rapido, semplice da usare, dotato del sistema plug and play e di chiavetta USB che funziona su tutti gli schermi e sincronizzatori senza alcun problema e senza cavi”.
Concepito mentre l’artista si trovava presso OCAT Shenzen in Cina, DullTech™ nacque dalla frustrazione dovuta alle normali difficoltà nella sincronizzazione dei file video tra diversi hardware.
Dullaart ha deciso che era giunto il momento di un lettore multimediale che rendesse la vita semplice, una scatola che facesse a meno di comandi a distanza, professionisti AV, stress e drammi.” DullTech™ è allo stesso tempo una start up hardware e un’opera d’arte performativa.
Crea prodotti tecnologicamente semplificati o “DULL” come una forma di produzione aziendale radicale, sia in sintonia che sovvertendo questa epoca di capitalismo ad alta efficienza. Una risposta anche alla crescita del “cool hunting”, che vede l’industria rubare dagli artisti idee creative e renderle delle tendenze, la tecnologia “DULL” di Dullaart evita questa dinamica fin dall’inizio.
L’artista è allo stesso tempo creativo, programmatore, venditore e venture capitalist, in grado di trarre guadagno da ogni successo commerciale. Facciamo un passo in avanti, Jennifer Lyn Morone ha registrato la sua persona come Jennifer Lyn Morone™ Inc, con 10000 azioni disponibili per l’acquisto in occasione della mostra.
Le società per azioni godono di molti diritti umani e hanno una serie di privilegi non estesi agli individui, così Morone ha affrontato questo squilibrio progettando un nuovo modello aziendale per la sua “società per azioni umana”.
Descrivendo la condizione contemporanea come “schiavitù dei dati”, Morone reagisce all’industria dei dati personali dal valore di miliardi di dollari rivendicando il diritto degli individui ai dati che producono. JLM™ Inc sta attualmente sviluppando un software chiamato DOME (Database of ME) che permetterà agli utenti di raccogliere, tener traccia, analizzare e monetizzare i dati che generano.
Tenendo la diretta proprietà dei propri dati personali, Morone li mette in vendita in categorie che tra l’altro includono la demografia, il lifestyle o la salute.
La sua identità è completamente di marca, con marchi di fabbrica che si applicano non solo al nome della società ma anche al sorriso, al suono, alla camminata e all’immagine di Jennifer Lyn Morone.
Mentre l’azienda cresce, JLM™ Inc cerca di capitalizzare su una serie di altre possibilità per le entrate aziendali attraverso le sue aziende affiliate, che vanno da una linea di prodotti cosmetici realizzata seguendo l’immagine biometrica di Morone fino a immettere sul mercato gli organi dell’artista.
Mentre questo approccio potrebbe sembrare una satira scherzosa, tanto più fa riflettere per il fatto che ciascuna di queste idee sono completamente possibili all’interno dell’ambiente aziendale predominante e riflette le industrie e i mercati esistenti. Al Carroll/Fletcher JLM™ Inc debutterà con il film “Behind the Scenes”, che mostra i meccanismi di una società per azioni in aggiunta a lettori di educazione manuale su come si può diventare un’azienda incorporata.
Untitled SAS(2015) di Émilie Brout & Maxime Marion prende il nome dalla ‘société par actions simplifiées’, l’equivalente francese delle società per azioni registrate, le ‘Ltd.’ o ‘Inc.’ in Inglese (S.P.A. in italiano). Una società per azioni con “opera d’arte” come unica missione dell’azienda, le uniche manifestazioni fisiche del lavoro sono il suo certificato di incorporazione e il registro delle azioni.
Il capitale aziendale di Untitled SAS è infatti facilmente disponibile sotto forma di 10000 azioni per l’acquisto online. Avendo introdotto una società-con-opera d’arte, ciascun azionista è sia un investitore che un collezionista, e così è possibile commerciare le azioni al prezzo fissato e influenzare il valore complessivo sia dell’azienda che dell’opera d’arte.
In questo senso si realizza questo guscio aziendale completamente funzionale e rispecchia il mercato dell’arte, dove il valore dell’opera d’arte risiede nel suo capitale culturale e nell’abilità delle parti investite di manipolarlo a seconda dei loro desideri.
Les Nouveaux chercheurs d’or (i nuovi cercatori d’oro) (2015) è una serie di campioni di prodotti artificiali d’oro ottenuti gratuitamente online dagli artisti che creano una società. Questi oggetti che sembrano preziosi ma hanno un basso valore intrinseco sono parte della ricerca dell’artista nelle idee di creazione di valore e benessere.
Dalla dettagliata descrizione stampata al di sotto di ogni campione diventa chiaro che ciascuno di essi ha richiesto un’enorme quantità di risorse tecniche e umane per produrre, spesso passando attraverso molti paesi nel corso del processo. Adottando un approccio simile a quello di un archeologo o un naturalista, gli artisti tracciano la vita in cui il lusso viene fantasticato e consumato.
Attaccando il cuore del sistema capitalistico, Femke Herrengraven indaga come i mercati finanziari formino la domanda. Infinite Capacity Al13 (2015) svela i magazzini dove ingenti volumi di alluminio vengono depositati dalle banche di investimenti per permettere la manipolazione finanziaria.
Un’esposizione di lavori esplora anche il fenomeno del High Frequency Trading, descritto dagli artisti come “uno dei processi più opachi, automatici e velocizzati del momento”.
Una sequenza suddivisa in tre parti, A timeframe of one second is a lifetime of trading(2013-16) pone l’attenzione sulla velocità di queste transazioni, la semiotica della denominazione di questi algoritmi e mappa la diffusione di questi commerci nel corso del tempo. Rogue Waves(2015) è una serie di bastoni di metallo, tagliati al laser con il profilo di un modello commerciale in cui gli algoritmi hanno manipolato illegalmente i mercati finanziari.
Attingendo dalle antiche usanze del commercio, la sagoma pone in relazione la tradizione dei tally stick, le ossa o bastoni in legno utilizzati in passato per registrare i valori e le transazioni. Infine un gioco online chiamato Taxodus (2012-2013) invita i visitatori a pesare le proprie scelte, provare a realizzare un investimento offshore e una cittadinanza globale per evitare le imposte e diventare i giocatori d’elite nell’economia mondiale.