Nel gennaio 2017, un gruppo di artisti e studiosi ha viaggiato attraverso il Kenya per esaminare l’aumento dei dispositivi elettronici usa e getta a basso costo. Hanno visitato zone commerciali del centro, mercati contadini, centri commerciali di lusso e commercianti all’ingrosso per acquistare e documentare uno degli accessori elettronici più economici: il cavo USB. L’evento include una presentazione della raccolta di cavi USB, video, fotografie e un dibattito sulle implicazioni della recente proliferazione dell’elettronica a basso costo.
Negli scorsi decenni, grandi quantità di dispositivi elettronici usati sono stati esportati dall’Europa e dal Nord America in paesi dell’Africa e dell’Asia Orientale, dove sono stati riutilizzati per poi essere scartati e trattati. Tuttavia, negli ultimi anni si è verificato un cambiamento nella distribuzione globale di apparecchi e accessori elettronici.
Sempre più spesso, nuovi dispositivi elettronici a basso costo e di scarsa qualità, compresi cellulari, tablet e relativi accessori, vengono esportati direttamente dalle fabbriche dell’Asia Orientale a consumatori di entrambi gli emisferi. Nel prossimo futuro, questa corrente di nuovi apparecchi potrebbe rimpiazzare l’esportazione e il riutilizzo di apparecchi di seconda mano dall’Europa e dal Nord America. Allo stesso tempo, dispositivi elettronici di uso comune e periferiche economiche rischiano di essere gettate molto in fretta perfino da consumatori di paesi in via di sviluppo.
Gli artisti e gli studiosi che hanno preso parte a questo progetto hanno esaminato tale sviluppo attraverso esplorazioni psicogeografiche di diversi siti di vendita di elettronica di consumo in Kenya. Girovagando per i diversi ambienti, hanno acquistato vari cavi USB per cellulari e hanno documentato alcune caratteristiche degli oggetti, ciò che li circondava e le loro storie. Da qui è partita una riflessione sui modi in cui oggetti a prima vista piccoli e banali possano riflettere temi più ampi. Cosa significa l’aumento di dispositivi tecnologici a bassissimo costo nei confronti della tecnologia come simbolo culturale per il progresso e per il nuovo sviluppo? Come potrebbe questo cambiamento sulla distribuzione globale dei consumatori, trasformare le dinamiche del potere internazionale (neocoloniale)?
A cura di di Marianna Tsionki
Video art di Ellen Pau (HK), Dislocation, [1min 47sec], Greenman Muleh Mbilleh (Kenya), Untitled Cable Piece [5 min], Dani Ploeger (UK/NL), Tether (for Gaikundo sheep), [2min 15sec]
Fotografie di Alexia Manzano (AR/D)
Panel con la partecipazione di Catherine Chapman (giornalista freelance; VICE/NBC), Dani Ploeger (artista, The Royal Central School of Speech and Drama), Marianna Tsionki (curatrice e ricercatrice del Centre for Chinese Contemporary Art, Manchester) e Dr. Chris Williams (Institute of Education, University College London).