Il Taipei Fine Arts Museum (TFAM) presenta La Camera Insabbiata. Quest’opera in realtà virtuale, con la collaborazione dell’artista multimediale e musicista americana Laurie Anderson e del new media artist taiwanese Hsin-Chien Huang, è stata trasformata e ampliata rispetto alla precedente Chalkroom esposta al Massachusetts Museum of Contemporary Art.
La sua presentazione al TFAM è la prima esposizione de La Camera Insabbiata dopo aver vinto il premio come Best VR Experience alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Diversamente dalla solita struttura interattiva di realtà virtuale basata su una mission, La Camera Insabbiata crea mondi esclusivi a partire da esperienze personali e ricordi.
In occasione della mostra, Laurie Anderson ha ricreato un dipinto specifico del sito all’interno dell’installazione. Anderson afferma “Faccio arte per sentirmi libera e capire chi sono.” Il co-creatore Huang ha sottolineato che “la realtà virtuale offre possibilità per una piena liberazione. L’immaginazione è il solo limite”. La Camera Insabbiata permetterà di fare esperienze intime, esclusive e tranquille in modi astratti e non convenzionali.
La Camera Insabbiata offre uno spazio virtuale riflessivo che va oltre i pensieri, che decostruisce il linguaggio e capovolge i sogni del pubblico. La sede espositiva si trova nella piazza esterna del TFAM e appare come un contenitore nero che racchiude uno spazio in realtà virtuale per quattro partecipanti. Durante il viaggio virtuale, i partecipanti percorrono otto stanze: The Cloud Room, The Anagram Room, The Dog Room, The Water Room, The Sound Room, The Dance Room, The Writing Room e The Tree Room.
Accompagnato dai mormorii di Laurie Anderson in sottofondo, il pubblico può vagare attraverso ammassi di storie, saltare lungo stanze ultraterrene e surreali e precipitare dentro strati di segni e numeri.
Nello spazio sono appesi occhiali VR, con maniglie di controllo su un corrimano, offrendo così ai visitatori un’esperienza di abbandono dei propri sensi nelle mani della tecnologia. Per quindici minuti, i partecipanti potranno servirsi delle maniglie per navigare in corridoi panoramici, sale, e all’interno delle otto stanze fatte di lavagne, gessi, segnali e numeri scritti a mano.
I paesaggi di questo spazio panoramico sfondano le logiche razionali, gravitazionali, spaziali e si separano dalla realtà. Ognuno può dare forma ad opere personali, intime e uniche con voci e suoni, oppure osservare in silenzio linee e colori da stendere ed espandere.