Trama e ordito, maglia a punto dritto e rovescio, zero e uno: la storia del tessuto e del codice appaiono strettamente interconnesse. Interweaving Poetic Code, allestita all’Art Sonje Center dal 14 ottobre al 12 dicembre, si basa su una prima mostra omonima tenutesi al CHAT (Center for Heritage, Arts and Textile) di Hong Kong all’inizio di quest’anno, da maggio ad agosto. Mentre la mostra originale si concentrava sulla correlazione tra tessuto, codice e poesia, la mostra di Seul estende il suo scopo sino a includere ulteriori considerazioni sulla tecnologia, la comunità e l’ambiente, utilizzando opere di Taeyoon Choi, collaborazioni con altri artisti e materiali provenienti da vari progetti condotti dalla comunità al fine di creare uno spazio che colga il concetto e la pratica della cura.
La collezione Handmade Computer di Taeyoon Choi, presentata alla mostra, usa i principi dei circuiti elettronici e dei sistemi binari per spostare la nostra concezione del computer da prodotto industriale di massa a strumento di espressione proattiva, creativa e individuale. FUTURE PROOF, realizzato in collaborazione con la sound artist berlinese Christine Sun Kim, introduce tecnologie future e linee guida etiche volute dalla comunità dei sordi. Una collaborazione internazionale in corso che esplora l’idea di una rete locale P2P (Peer to Peer), la Distributed Web of Care, che concettualizza internet come un giardino di forme di vita immaginarie simili a dei licheni, accostandosi così alle relazioni tra persone, cose viventi e non viventi a partire da questa prospettiva. Nel frattempo, dipinti, disegni e scritti di Choi si intrecciano come una sorta di tessuto connettivo della cura.
In questa mostra, Choi rifrange l’interazione tra coding, tessuti e poesia attraverso la lente della cura, trascinando tutto nella sfera della pratica sociale. Il “curare”, qui, si contrappone alla “cura”, in quanto forgiata dal complesso industriale medico. È un ecosistema di sostegno reciproco generato attraverso la comunicazione, la contemplazione, la comprensione, l’impegno, l’azione e la responsabilità; un ecosistema che è stato principalmente plasmato da comunità disabili, queer, BIPOC (Black, Indigenous, People of Color, ossia neri, aborigeni e persone di colore), a basso reddito e senza documenti che non possono contare sul sostegno dello Stato. Tali questioni portano, a loro volta, a formulare domande quali: Come possono le tecnologie progettate per controllare e regolamentare essere trasformate in tecnologie positive per la cura? Come possiamo perseguire le tecnologie necessarie a preservare la terra per le generazioni future in maniera critica e senza ricorrere a ulteriori sfruttamenti? E in quest’epoca di rapidi cambiamenti, come si potrebbe sfruttare il ruolo fondamentale del codice nella vita contemporanea per intrecciare al meglio passato, presente e futuro? Interweaving Poetic Code invita i visitatori a vivere un’esperienza poetica attraverso queste e altre domande, un’opportunità per pensare e sentire attraverso una simultaneità di codici, tessuti e cure.