The Glucksman, University College Cork – Cork, Ireland
03 / 12 / 20211 – 13 / 03 / 2022

L’intelligenza artificiale è profondamente implicata nella società contemporanea, poiché i computer estrapolano e analizzano dati per migliorare la loro comprensione di schemi, immagini e processi. Questa tecnologia è spesso invisibile, poiché i movimenti delle persone vengono tracciati attraverso telefoni e telecamere per essere poi tradotti in algoritmi sempre migliori. Data Streams guarda il modo in cui gli artisti si stanno rapportando con il crescente progresso nella raccolta dei dati e nella sorveglianza digitale, e in che modo queste tecnologie stanno silenziosamente trasformando ciò che ci circonda. 

Il rapporto delle persone con gli spazi online viene esplorato in opere come il murales in grande scala di Addie Wagenknecht, dove la frase provocatoria  “Non scaricherò cose che mi metteranno nei guai” è ripetuta sulle pareti della galleria, cambiando gradualmente e velatamente durante il processo. Il film VIR/L di Malia Bruker ritrae l’artista Lena NW, una sedicente femminista-nichilista, che nel suo lavoro sfida le nozioni di sessualità e moralità, mentre le stampe digitali Post-Surveillance Art di Suzanne Treister evocano un mondo in cui stiamo costantemente caricando le nostre vite, condividendo tutto, mentre gli algoritmi scorrono attraverso i nostri corpi e dispositivi fino ai satelliti nello spazio cosmico e ritorno. Kitso Lynn Lelliot presenta un’installazione multi-schermo che evoca la migrazione e il movimento del corpo post-coloniale. Integrando gli strumenti e le risorse dell’era di Internet, estrae immagini e simboli online, mitologie e narrazioni, per creare un ambiente completamente immersivo. 

La raccolta di dati per il progressivo perfezionamento degli algoritmi impiegati dai governi e dalle aziende societarie viene presentata in Data Streams. Nel film Transformation Scenario di Clemens von Wedemeyer, vengono giustapposte riprese reali di proteste e simulazioni digitali di scene di folla per rivelare i modi in cui i movimenti di massa vengono coreografati e contrastati dalle forze di sicurezza. La serie False Positives di Esther Hovers guarda ai sistemi di sorveglianza intelligente che rilevano comportamenti devianti nello spazio pubblico, concentrandosi sulle “anomalie” del linguaggio del corpo. Benjamin Gaulon utilizza un ricevitore video senza fili per trasmettere i movimenti dei visitatori della galleria. Questi dispositivi, che sono prodotti popolari di consumo, possono essere impiegati per le telecamere di sorveglianza senza fili, ma anche dai genitori per monitorare i loro figli.

La sorveglianza dei dati si basa sul tracciamento delle tracce lasciate dalle persone navigando su Internet, dai segnali GPS e dai movimenti corporei in una società profondamente collegata in rete. La serie Associations di Ed Fornieles sfrutta gli strumenti di ricerca su internet per collegare insieme immagini basate su associazioni formali e concettuali, mettendo in relazione il suo processo con l’ “esperienza ottimale” che le società di social media utilizzano per rendere i loro utenti flessibili alla suggestione. Yuri Pattison ha assunto lavoratori sottopagati che offrono i loro servizi sulla piattaforma Amazon Mechanical Turk, un mercato di “micro-lavoro” in cui le attività vengono  retribuite miseramente. Il suo video raccoglie ritagli di video da smartphone e foto della vista dalle finestre scattate dai lavoratori assunti.

Kennedy Browne presenta un’installazione sonora di interviste con ex moderatori di contenuti presso le corporazioni dei social network, insieme a un’immagine estratta da un video a 360 gradi su Oculus che cattura l’ufficio dei Irish Data Commissioners, e una esposizione dei dati recuperati di Facebook raccolti dall’attivista austriaco Max Schrems. Benjamin Gaulon ha invitato i membri del pubblico a caricare filmati su un software open-source, “glitchando” e rendendo anonimi i loro contributi, mentre Esther Hovers riproduce e altera progressivamente un ritratto trovato da Google del primo uomo mentre rivendica con successo il suo “diritto all’oblio” alla Corte di Giustizia Europea. I loro rispettivi lavori non solo evidenziano la natura profondamente integrata della raccolta dei dati nella società contemporanea, ma suggeriscono anche tattiche provvisorie per affrontare e superare la sua presenza.


https://www.glucksman.org/exhibitions/data-streams