Kunsthalle Bega è uno spazio alternativo e sperimentale fondato a Timisoara (Romania) nel 2019, dove l’arte contemporanea viene pensata, discussa ed esposta. Dedicato in primo luogo ai giovani artisti romeni e del mondo, Kunsthalle Bega si interessa esteticamente e socialmente alle piattaforme dei musei d’arte contemporanea. Ogni anno, dopo essersi consultato con una giuria specializzata, offre un premio – il Bega Art Prize – a un curatore rumeno sotto i quarant’anni che è riuscito a cambiare le regole della percezione curatoriale.
La prima vincitrice del premio è stata Anca Verona Mihuleț, che negli ultimi due anni ha preparato un complesso progetto espositivo intitolato Chronicles of the Future Superheroes, dedicato al cumulo di meccanismi tecnologici e artistici che certificano la nostra conoscenza del futuro, sia che si parli di intelligenza artificiale, competitività economica, trasformazione emotiva e capacità di condivisione, fenomeni paranormali o forme di adattamento e trasformazione dell’identità.
Con dodici artisti provenienti da Bulgaria, Croazia, Francia, Romania, Corea del Sud e Regno Unito, l’idea della mostra Chronicles of the Future Superheroes è partita dal libro Danielle: Chronicles of a Superheroine di Ray Kurzweil, inventore e futurista americano, che segue gli sforzi di una giovane donna impegnata a risolvere importanti problemi globali attraverso la conoscenza e la tecnologia. Le posizioni presentate nella mostra sono il risultato di pratiche ibride, ai confini tra visualità, architettura, coreografia, ingegneria e performance. Allo stesso modo, la mostra delinea l’idea di una meta-comunità situata al di fuori della distopia globale, in un punto in cui le regioni geografiche (il sud-est asiatico e il sud-est europeo) e i canali digitali si intersecano, creando a volte il caos e, in altre circostanze, una stabilità tanto contagiosa quanto opprimente.
Chronicles of the Future Superheroes agisce come un dispositivo che mira ad analizzare la funzione dell’arte in relazione a un pubblico giovanile in cerca di risposte a domande relative al passaggio del tempo e l’invecchiamento, il futuro del pianeta, il rapporto con il mondo ultraterreno o l’equilibrio tra il locale e il globale. Il programma di performance e workshop è incentrato sulla connessione tra l’individuo e la comunità, mentre l’architettura dello spazio espositivo pervade questa formula di lavoro.