BIAN è una biennale d’arte i cui temi riflettono l’evoluzione del nostro mondo, in cui le tecnologie digitali diventano sempre più influenti.
La prima edizione nel 2012, PHENOMENA, esplorava il modo in cui il digitale circonda – a un livello quasi impercettibile – le nostre vite. La seconda edizione nel 2014, PHYSICAL/ITY, si interrogava sulla relazione fisica dell’essere umano con le macchine. Mentre AUTOMATA del 2016 guarda al futuro, esplorando tutte le ipotesi possibili, includendo il modo in cui le macchine percepiscono l’umanità, le sue credenze e gli stili di vita.
È una questione di immortalità… Mettere in discussione le prossime fasi dell’evoluzione umana. Non solo la vita in questa nuova società, di cui possiamo già avere percezione, ma anche la nozione di arte nel momento in cui raggiungiamo il cosiddetto punto di singolarità. La singolarità è il momento in cui le macchine, nel loro senso più ampio, diverranno intelligenti come – o più degli – umani. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale consentirà certamente di allungare la vita, ma suggerirà anche l’eventualità che le macchine siano la prossima fase nella nostra evoluzione. Eppure: avranno le macchine la sensibilità artistica necessaria per creare un’estetica condivisa?
Sapendo che l’emergere di una specie più intelligente può minacciare la sopravvivenza di una specie dominante – come abbiamo visto con lo sviluppo degli esseri umani nei confronti del regno animale, è giustificabile interrogarsi su questo possibile futuro. E AUTOMATA vuole aprire questa porta e contemplare quello che potrebbe accadere alla società, alla cultura se mai si raggiungesse questo stato.
Verso la fine degli anni Quaranta, il matematico John von Neumann aveva già predetto nel suo “Theory of Self-Reproducing Automata” la possibilità che le macchine potessero riprodursi in maniera indipendente. Parallelamente, Alan Turing aveva proposto l’idea che le macchine potessero apprendere in modo autonomo. Per ragioni emozionali e spirituali Sir Geoffrey Jefferson, un noto neurochirurgo dell’epoca, sollevò forti obiezioni a riguardo, asserendo: “Quando una macchina sarà in grado di scrivere un sonetto o comporre un concerto guidata da pensieri e sentimenti, e non dal caso dei simboli, allora potremo concordare nel porre sullo stesso piano una macchina e un cervello”. In risposta, Turing replicò con humour: “Il paragone è forse un po’ iniquo, poiché un sonetto scritto da una macchina sarà più apprezzato da un’altra macchina.”
Artisti
Cory Arcangel (USA) / Paolo Almario (Quebec, Canada/Colombia) / ANWD (Svizzera) / Martin Backes (Germania) / Nicolas Baier (Quebec, Canada) / Matthew Biederman (Quebec, Canada/USA) / Ben Bogart (British Columbia, Canada) / Graham Caldwell (USA) / Louis-Philippe Demers (Quebec, Canada/Singapore) / Aleksandra Domanovic (Serbia) / Nelmarie du Preez (Sud Africa) / Shaun Gladwell (Australia) / Pascal Haudressy (Francia) / Philippe Internoscia (Quebec, Canada) / Kim Joon (Corea del Sud) / Jeon Joonho (Corea del Sud) / Laura E. Kikauka (Ontario, Canada) / Moon Kyungwon (Corea del Sud) / Sébastien Lacomblez (Belgio) / Jean-Benoit Lallemant (Francia) / PE Lang (Svizzera) / Oliver Laric (Austria/Germania) / Simon Laroche (Quebec, Canada) / LSD (Boris Edelstein (Svizzera) / Steve Buchanan (USA) / Laetitia Doizelle (Francia) / Felix Luque Sánchez (Belgio) / Julien Maire (Francia) / Yann Marussich (Svizzera) & Aether Pilot (Quebec, Canada) / Laurent Mignonneau (Francia) / Benjamin Muzzin (Svizzera) / ORLAN (Francia) / Jean Piché (Quebec, Canada) / Robotlab (Matthias Gommel, Martina Haitz, Jan Zappe) (Germania) / Ugo Rondinone (Svizzera) / Patrick Saint-Denis (Quebec, Canada) / Tom Sherman (USA) / Christa Sommerer (Austria) / Jan-Peter Sonntag (Germania) / David Szanto (Quebec, Canada) / Patrick Tresset (Francia) / Lukas Truniger (Svizzera) / u_joon + limheeyoung (Corea del Sud) / Edwin Van der Heide (Paesi Bassi) / Bill Vorn (Quebec, Canada) / Norman T. White (Ontario, Canada) / Kenny Wong (Quebec, Canada/HK) / Marco de Mutis (Italia/Svizzera) / Lu Yang (Cina) / Minha Yang (Corea del Sud) / Zimoun (Svizzera)
Arsenal Contemporary Art
Situato nel quartiere Griffintown di Montreal, Arsenal è uno spazio espositivo di 21.000 metri quadri consacrato all’arte contemporanea e a eventi performativi. Arsenal è una fondazione privata dedicata al supporto, alla promozione e allo sviluppo dell’arte contemporanea. Costituito da due edifici industriali collegati, Arsenal ha presentato importanti mostre di artisti locali e internazionali come: Anselm Kiefer, Franz West, Donald Judd, David Altmejd, The Gao brothers, Takeshi Murata.