Dal 9 Giugno al 7 Agosto 2016, l’Ullens Center for Contemporary Art (UCCA) presenta John Gerrard: Power.Play. Nelle opere degli ultimi 15 anni, John Gerrard ha sperimentato l’uso della post-cinematica, spazio virtuale che attraverso complessi algoritmi genera immagini in tempo reale.
Esplorando luoghi isolati geograficamente, Gerrard nelle sue opere si riferisce spesso a strutture di potenza e reti di energia che hanno coinciso con l’espansione dell’impresa umana del secolo scorso. Illuminando l’ingresso della navata con l’immagine di 10.000 specchi, Solar Reserve (Tonopah, Nevada, 2014) è un ritratto realizzato di un mondo virtuale, un’imponente scultura luminosa raffigurante una centrale elettrica situata nel deserto del Mojave. L’opera è esportata su un software che, qui, produce un’immagine non duratura nel tempo reale e proiettata senza cornice. Questo portale post-cinematico si muove lungo un’orbita di 60 minuti intorno alla centrale solare, simbolo della dipendenza e della resistenza dell’umanità dal ritmo solare.
Le opere di John Gerrard comprendono sforzi di documentazione seguiti da un’accurata replica digitale. Le sue richieste per accedere ai luoghi e siti dispersi e remoti non sono però sempre state accolte in modo gradito. Questo è il caso ad esempio di Farm (Pryor Creek, Oklahoma, 2015). Rifiutato da Google, Gerrard noleggiò un elicottero per assistere alla produzione di un rilievo fotografico segreto in uno dei centri server della compagnia, o “data farms” in Oklahoma. Anche se questo processo non è considerato parte dell’opera finale, illustra le tattiche della produzione guerriglia-style necessarie nell’approccio ad aree topograficamente estreme. Qui “estremi” descrive sia la geografia circostante, la campagna arida, che le norme (cospiratorie) che delimitano l’accesso a queste regioni oltretutto banali.
Approfondendo la serie Grow Finish Unit di Gerrard, che studia, attraverso un controllo computerizzato, le unità di produzione di maiale nel Midwest, americano. Farm (Pryor Creek, Oklahoma, 2015) è la sineddoche dei sistemi informatici e delle strutture di potere che organizzano le risorse e che permettono ciò, ricordando inspiegabilmente agli spettatori l’influenza diretta che lo spazio digitale sposta verso il panorama reale.
La realizzazione di Exercise (Dunhuang, 2014) inveceebbe inizio quando un amico informò Gerrard di una misteriosa rete di carreggiate dalle dimensioni di una piccola città nel cuore del deserto del Gobi. Dopo aver visitato il luogo di persona, Gerrard l’ha ricostruito in modo digitale utilizzando delle scansioni satellitari dei segni distintivi. Per aggiungere un altro strato, Gerrard ha posizionato degli avatar sulla base di scansioni in movimento di 39 lavoratori da un impianto di produzione informatico del Canton. Essi, nella simulazione, indossando delle uniformi blu e dei berretti di carta e, mentre vagano attraverso la vasta rete, i loro movimenti riflettono quelli dei veri lavoratori. Gli spettatori di questa sorveglianza distaccata sono tele-presenti e onniscienti, anche se stranamente disconnessi.
Informazioni sulla mostra
John Gerrard: Power.Play è curata dal direttore dell’UCCA Philip Tinari con il supporto dell’assistente curatore Guo Xi. Lo sponsor per le apparecchiature video della mostra è Christie Digital System (Shanghai) Co., Ltd. La mostra è sostenuta dall’Ambasciata d’Irlanda in Cina, ed è accompagnata da una pubblicazione bilingue che comprende dei saggi di Robin Mackay e Manuel Shvartzberg, oltre che un dialogo tra Gerrard e Robin Peckham.
In occasione della mostra, UCCA e John Gerrard hanno organizzato Image.Object, una serie di workshop master-class che si focalizzano sullo sviluppo delle competenze dell’imaging 3D in quattro delle più importanti scuole d’arte in Cina: China Central Academy of Arts (Pechino), China Academy of Art (Hangzhou), Guangzhou Academy of Fine Arts, and Lu Xun Academy of Fine Arts (Shenyang). Ogni workshop si conclude con una mostra informale sui lavori che sono stati completati dagli studenti.