Da qualche giorno, a Palazzo Strozzi a Firenze, è visitabile la prima grande retrospettiva dedicata ad Ai Weiwei, uno degli artisti contemporanei più influenti e celebrati a livello mondiale. La mostra è curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi.
I visitatori saranno accolti da Reframe, un intervento architettonico che copre le due facciate principali del palazzo con 22 scialuppe di salvataggio colorate di un arancione brillante. Un progetto che attira l’attenzione sulla situazione dei rifugiati che quotidianamente rischiano le proprie vite per raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo.
L’installazione è un’introduzione diretta allo stile di questo artista dissidente. Ai Weiwei è infatti universalmente conosciuto per la sua pratica provocatoria, così come per il suo attivismo politico. La mostra comprenderà inoltre i lavori dagli anni 80 ad oggi, inclusi i suoi più importanti filmati, gli assemblaggi e le installazioni degli ultimi tre decenni, ma anche molte nuove proposte come una serie dedicata ai Lego.
Molte opere chiave dell’artista saranno esposte in contrasto con l’architettura di Palazzo Strozzi, lavori che riflettono la relazione tra tradizione e modernità. Questo palazzo del 15esimo secolo venne edificato come manifesto politico, ed è considerato l’incarnazione della storia della città di Firenze. Nel cortile del palazzo verrà esposto Refraction, ampio lavoro del peso di 5 tonnellate creato per la mostra sull’isola di Alcatraz di San Francisco. Questo progetto, a forma di un’enorme ala metallica, costruito seguendo le linee di un vero uccello, è costituito da pannelli solari originariamente usati come strumento di cottura in Tibet. L’opera diventa una metafora della costrizione e usa l’immagine del volo per evocare la tensione tra libertà e prigionia.
La mostra non offre solamente una straordinaria opportunità per esplorare il genio creativo di Ai Weiwei, ma anche quella di capire la sua narrativa, un punto di vista critico sulla relazione ambigua tra l’artista e la Cina, suo paese natale. Nei suoi lavori Ai Weiwei gioca con l’antico e con il moderno, mostrando un legame ambivalente con la sua patria, a metà tra un profondo senso di appartenenza e un forte sentimento di ribellione attraverso la manipolazione di oggetti, immagini e metafore della cultura cinese, denunciando le contraddizioni tra individuo e società nel mondo contemporaneo.
Ai Weiwei è il primo artista a presentare le sue opere lungo tutto il perimetro di Palazzo Strozzi, con una serie di nuovi grandi lavori che vanno dalla facciata del palazzo fino al cortile, dal piano nobile alla Galleria Strozzina. Le opere in esposizione includono anche quelle create a New York tra gli anni 80 e 90, quando Weiwei scoprì i suoi “maestri” Andy Warhol e Marcel Duchamp, per passare poi alle installazioni dei primi anni 2000, con oggetti come biciclette e sgabelli, cosi come ai suoi lavori più recenti come i ritratti di dissidenti politici costruiti con i mattoncini Lego.
La mostra è a cura di Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi.