National Museum of Modern and Contemporary Art, Korea - Seoul
27 / 10 / 2018 - 07 / 04 / 2019

Dal 2015, il Museo Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Corea (MMCA) organizza mostre e programmi che esprimono l’intenso rapporto tra arte e cinema come una delle aree più prolifiche della creatività e dell’impatto estetico in grado di definire il nostro tempo e la nostra cultura. Gli artisti sono sempre andati alla ricerca di nuove possibilità, in generale, per produrre film e immagini in maniera innovativa. In seguito alle mostre di Philippe Garrel– A Dazzling Despair (2015) e di Jonas Mekas– Again, Again, It All Comes Back to Me in Brief Glimpses (2017), siamo lieti di presentare il lavoro di Harun Farocki (1944-2014).

Offrendo delle visioni sul modo in cui le immagini sono utilizzate per comprendere e controllare il mondo, Farocki critica la violenza dei media e della tecnologia industriale  nei confronti dell’umanità. Esplorando il background dei fenomeni socioculturali e tracciando l’identità delle immagini che accompagnano le potenze che oggi governano il mondo, la sua opera trasmette la speranza che il cinema svolga un ruolo importante nel ripristinare la razionalità in un’epoca di antirazionalismo. La ricerca e l’analisi dei media e delle immagini di Farocki propongono nuove prospettive su altri aspetti del lavoro, della guerra e della tecnologia.

La serie Parallel I-IV (2012-2014) adotta un approccio epistemologico nel rapporto tra realtà e immagini analizzando tecnologie di rappresentazione come la grafica digitale. Partendo dalle immagini grafiche utilizzate nei primi giochi per computer, per poi passare alle immagini quasi dettagliate quanto le loro controparti reali e persino alla costruzione della realtà virtuale, questa serie giustappone una gamma di immagini di standard diversi.

Interface (1995), la prima video installazione realizzata per una mostra d’arte, confronta e analizza la disposizione e la modifica delle immagini, e anche il rapporto tra due immagini in parallelo, riproducendo i documentari di Farocki su due monitor in una sala di montaggio. Harun Farocki adotta un approccio archeologico per esaminare la gestione delle immagini relative al lavoro.

Workers Leaving the Factory in Eleven Decades (2006) è una video installazione a 12 canali. Il primo documentario nella storia (di 46 secondi), Workers Leaving the Lumiére Factory in Lyon, realizzato nel 1895 dai fratelli Lumièere, mette in scena degli operai che escono da una fabbrica. Utilizzando il primo film mai uscito come leitmotiv, Farocki incorpora altre undici scene di operai che escono dai loro posti di lavoro, selezionati tra migliaia di film e spezzoni di filmati girati negli undici anni di storia della cinematografia.

Comparison via a Third (2007) descrive diversi tipi di lavoro che coesistevano dalla Rivoluzione Industriale. L’invenzione dei macchinari per la produzione ha trasformato le industrie manuali in sistemi di produzione di massa, indirizzando così la sostituzione della manodopera dai macchinari.

Avviato da Antje Ehmann e Harun Farocki nel 2011, il workshop Labour in a Single Shot è stato girato in 15 città in tutto il mondo fino alla morte improvvisa di Farocki nel 2014. Altre tre città sono state aggiunte al progetto dal 2017. Labour in a Single Shot riproduce video di lavori in corso in tutto il mondo, ciascuno dei quali viene ripreso in un unico scatto continuo.

Questa mostra personale espone opere prodotte in 16 città, tra cui la recente aggiunta di Vilnius, in Lituania. Workers Leaving Their Workplaces è un altro progetto realizzato in 17 città che registra operai che escono dai loro posti di lavoro proprio come quelli dei Lumieères che lasciano la fabbrica a Lione. Questo lavoro suggerisce la possibilità di contemplare la nostra epoca, regione, storia e momenti attraverso l’atto di girare video.

Questa mostra, curata da Eunhee Kim con la collaborazione di Antjie Ehmann, sarà accompagnata dalle proiezioni dei 48 film di Farocki al teatro MMCA Film and Video.


www.mmca.go.kr