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31 / 10 / 19 - 26 / 07 / 20

Grazie alla funzione 360° di Street View della piattaforma Google Arts & Culture è possibile farsi una passeggiata virtuale attraverso le installazioni luminose create da Cerith Wyn Evans. Inoltre la piattaforma Google Arts & Culture contiene un archivio di immagini della storia delle esibizioni organizzate nel Pirelli HangarBicocca dal 2012 fino ad oggi con più di 400 foto e una documentazione completa di 36 mostre.

Ideata come armoniosa composizione di luce, energia e suono, “ …. the Illuminating Gas” è la più grande esibizione di sempre di Cerith Wayn Evans (Llanelli, Galles, UK, 1958; vive e lavora a Londra). Presenta una selezione di ventiquattro opere tra cui sculture giovanili, complesse installazioni monumentali e nuove produzioni che offrono ai visitatori un’esperienza sinestetica unica.

Negli anni 90, l’artista ha completamente abbandonato il mondo cinematografico e si è concentrato sulla creazione di sculture, installazioni, fotografie e interventi specifici di un luogo o performativi caratterizzati dall’utilizzo di elementi effimeri come luce e suono e dalla centralità della dimensione temporale nell’esperienza di un’opera. La ricerca di Cerith Wyn Evans si concentra sul linguaggio, sulla percezione, sul potenziale del mondo e sulla comunicazione, mettendo in discussione il nostro concetto di realtà.

Nella loro eleganza e nell’ equilibrio formale le sue opere attingono da un corpo complesso di riferimenti e citazioni, dalla letteratura, musica, filosofia, fotografia, poesia, storia dell’arte, astronomia e dalla scienza, sono tutte declinate in nuove forme attraverso un articolato processo di trasformazione. Quest’operazione avviene sia tramite l’uso di materiali testuali decontestualizzati e convertiti in un linguaggio di luce come ad esempio sotto forma di segnali neon, fuochi d’artificio o impulsi luminosi, sia trasponendo nelle sculture l’immaginario di artisti più esperti come Marchel Duchamp o i movimenti degli attori di teatro Noh giapponese come nella serie Neon Forms (after Noh) (2015-2019).

La mostra, che comprende una nuova configurazione di Forms in Space… by Light (in Time) (2017), un’opera ideata originariamente per le gallerie Duveen al Tate Britain di Londra e StarStarStar/ Steer (totransversephoton) (2019),  creata appositamente per l’occasione, apre lo show e crea una coreografia di luci e ombre che ad invadono lo spazio ad intermittenza.