Con The Assembled Human, il Museum Folkwang si focalizza sui numerosi intrecci tra essere umano e macchina: la mostra presenta l’arte come uno specchio dell’industrializzazione, della diffusione tecnologica e della digitalizzazione. Fornisce uno studio storico-culturale che comprende opere chiave di pittura e graphic design, i primi esperimenti fotografici, installazioni e film, insieme a recenti lavori dell’arte post-Internet. The Assembled Human trascende i media e le epoche per esplorare le maggiori questioni e problemi sociali degli ultimi 150 anni.
Tra i fili narrativi chiave della mostra ci sono i collegamenti tra la guerra e la diffusione tecnologica, l’ottimizzazione del lavoro nelle fabbriche e più tardi nella società dei servizi, e la crescente dissoluzione del corpo nel mondo digitale del ventunesimo secolo. I suoi maggiori capisaldi storici includono l’industrializzazione tedesca e le due guerre mondiali oltre alla svolta cibernetica degli anni Cinquanta con l’avvento dell’era dell’informazione.
Speranze utopiche per il futuro, la paura di perdere il controllo e la preoccupazione che l’essere umano possa essere soppiantato dalle macchine che lui stesso ha creato sono tra le concezioni ambigue di macchine e tecnologia presentati nella mostra.
Da pittori futuristi, come Fortunato Depero e Giacomo Balla, a capolavori del cubismo, costruttivismo e della Nuova oggettività di Fernard Léger, Marcel Duchamp, El Lissitzky, Otto Dix e altri, l’esibizione presenta alcune delle più importanti correnti artistiche di inizio ventesimo secolo.
Con esponenti artistici del dopo guerra, tra cui Robert Raushenberg, Eva Hesse, Roy Lichtenstein e Konrad Klapheck, e posizioni femministe degli anni Sessanta con opere di Maria Lessing, Helen Chadwick e Lynn Hershman Leeson, la mostra abbraccia la storia dell’arte del secolo scorso, fino alle opere di Ed Atkins, Trevor Paglen e Avery Singer. Oltre a pittura, scultura, arte grafica e fotografia, l’esibizione comprende anche lavori video e performance art.