Attraverso un corpus di lavoro vario e interdisciplinare, Patrick Staff esamina le nozioni di disciplina, dissenso, lavoro manuale e identità queer. Prendendo spunto da una vasta gamma di fonti, l’artista cita i modi in cui storia, tecnologia, capitalismo e la legge hanno trasformato radicalmente come noi definiamo e identifichiamo i nostri corpi oggi, con attenzione particolare sui concetti di genere, debolezza e biopolitica.
On Venus presenta l’opera più ambiziosa di Staff fino a ora: un’installazione site-specific che esplora la violenza strutturale, i gradi del danno e gli effetti dell’acido, del sangue e degli ormoni. In tutte le sale della Serpentine Gallery, Staff introduce una serie di interventi architettonici.
Nella trasformazione della galleria in un corpo rudimentale e che perde, un sistema di tubature appese al soffitto rilascia lentamente un mix di liquidi naturali e artificiali in barili d’acciaio, per dare l’idea di condividere fluidi intimi, o dello scambio di virus e dati. Alterazioni nell’illuminazione, pavimentazione e muratura contribuiscono a creare un ambiente che viene percepito alterato chimicamente e carico sensorialmente allo stesso tempo.
Un unico gargoyle, deteriorato da pioggia acida, è posizionato come guardiano all’entrata dell’area. Una serie inedita di acqueforti a intaglio a base acida citano notizie di cronaca da un tabloid dal 2017 al 2018, provando che Ian Huntley, un omicida condannato, tentava la transizione da maschio a femmina mentre scontava l’ergastolo.
Si vociferava che si vestisse da donna e che richiedesse di essere identificato con un nuovo nome. Tuttavia, dopo alcuni mesi, si chiarì la natura completamente artificiosa degli articoli a riguardo. I giornali che avevano stampato le storie cancellarono i report dai loro siti, modificarono i prezzi già esistenti o apportarono dei miseri chiarimenti.
Con la produzione di revoche e chiarimenti accanto ai titoli originali, le acqueforti su acciaio di Staff evidenziano i modi in cui i media e la società armano i pregiudizi culturali e le preoccupazioni sulle vite dei carcerati, l’identità transgender e l’impiego delle spese pubbliche per causare il panico e riscrivere le norme sociali e sessuali.
Il Regno Unito ha la percentuale più alta di carcerati in Europa Occidentale, con il 18,46% rinchiusi in strutture private tra Gran Bretagna e Galles. Le persone transgender – in particolare le donne trans di colore – affrontano un contatto sproporzionato con il sistema giudiziario e con il complesso industriale carcerario. Le acqueforti di Staff sono riunite nella galleria, appoggiate a scatole enormi, con riferimento all’uso originario dell’edificio come magazzino di polvere da sparo per i proprietari terrieri a Londra durante il diciottesimo secolo, nell’eventualità di disordini pubblici.
Una nuova opera video è presentata nella seconda stanza degli ex magazzini. Il film in loop comprende due parti: la prima riguarda una sequenza tagliata, contorta e sovrapposta collegata all’agricoltura industriale di materie prime ormonali, riproduttive e di origine animale che comprendono l’urina, lo sperma, carni di vari tipi, pelli e pellicce. Piuttosto che ridurre la sofferenza degli animali a rivendicazioni antropocentriche, Staff punta al miscuglio di specie, sesso, razza e lavoro sotto il capitalismo, che difende una relazione reciproca e costitutiva tra il soggetto contemporaneo e il non-umano.
La seconda parte del video unisce una poesia che descrive la vita su Venere, uno stato caratterizzato da pressioni violente e calore, venti distruttivi e il passaggio straniante dal giorno alla notte. Nella rappresentazione di una condizione alternativa di non-vita o di quasi-morte, la poesia offre un resoconto sullo stato di queer, in quanto una concatenazione volubile in costante metamorfosi.
On Venus porta avanti l’obiettivo di Staff di capire lo scambio tra corpi, ecosistemi e istituzioni da una prospettiva queer e trans. Al contempo, le opere in mostra cercano di mettere sotto esame i legami del soggetto umano oltre ai limiti dell’istituzione, intesa come uno strumento biopolitico per privilegiare una minoranza con lo scopo di disumanizzare la maggioranza.
Quali corpi sono resi leggibili in spazi istituzionali? Cosa è materializzato e cosa dematerializzato? Cosa è reso vivibile e invivibile, mortale e immortale? Questa committenza porta avanti il dialogo esistente delle Serpentine Galleries in collaborazione con Patrick Staff, successivamente alla partecipazione nella Marathon (2018), Transformation Marathon (2015) and Serpentine Cinema (2015).
Patrick Staff è un artista che vive attualmente tra Los Angeles (USA) e Londra (Regno Unito). La raccolta di opere è stata esposta a livello internazionale, comprese mostre personali al Irish Museum of Modern Art, Dublin (2019); Dundee Contemporary Arts, Dundee (2019); MOCA, Los Angeles (2017); Spike Island, Bristol (2016); and Chisenhale Gallery, London (2015). Mostre collettive recenti comprendevano The Body Electric, Walker Art Center, Minneapolis (2019); Made in LA, Hammer Museum, Los Angeles (2018); Trigger, New Museum,New York (2015).