EYE Filmmuseum - Amsterdam
15 / 12 / 2018 - 03 / 03 / 2019

Lo spazio espositivo di 1200 metri quadrati dell’Eye Filmmuseum di Amsterdam è stato trasformato fino al 3 marzo in una straordinaria vetrina di curiosità che contiene opere del celebre animatore, artista, scrittore e regista ceco Jan Švankmajer. Viene presentata una selezione di dodici dei suoi cortometraggi circondati da oggetti tattili, feticci, collage e disegni medi.

Una retrospettiva completa dei suoi film più lunghi viene anche proiettata in date selezionate nei cinema Eye. La mostra Jan Švankmajer – Il Matrimonio Alchemico rivela la coerenza e la diversità dell’incredibile e meravigliosa opera di Švankmajer. Evidenzia anche la resistenza di Švankmajer a qualsiasi soppressione dell’immaginazione e la sua avversione all’utilitarismo e al razionalismo nella società moderna.

Dopo aver subito l’ira delle autorità comuniste negli anni ’70 ed essere stato per anni inserito nella lista nera del cinema, è ora considerato uno degli artisti più influenti della Repubblica Ceca. Jan Švankmajer è nato a Praga nel 1934 e ha studiato scenografia e teatro di figura.

Ha realizzato il suo primo cortometraggio di animazione nel 1964, e da allora ha creato un corpus di opere ricche di film eccentrici, sovversivi e fantasiosi che hanno influenzato molto altri registi, tra cui Terry Gilliam, Tim Burton e i fratelli Quay. Ma il potere immaginativo di Švankmajer non si limita al cinema: realizza anche disegni, collage, stampe, sculture e testi letterari.

Dal 1974 sperimenta anche il senso del tatto progettando oggetti tattili e scrivendo poesie tattili. La città di Praga è l’eterna fonte di ispirazione di Švankmajer. È la città degli imperatori asburgici, di Kafka, delle leggende e della magia. Influenze determinanti sull’opera di Švankmajer sono il manierismo (Arcimboldo) nell’arte e l’alchimia nella scienza, che fiorì a Praga grazie all’imperatore Rodolfo II (1552-1612).

Negli anni Settanta Švankmajer combinò queste influenze con il surrealismo, che a Praga si era evoluto in una filosofia artistica distintiva. Il surrealismo di Švankmajer non deve essere confuso con l’assurdo o con la fuga dalla realtà. È invece una filosofia dell’essere, un atteggiamento verso la vita e il mondo. Secondo lui, il surrealismo è “un viaggio nel profondo dell’anima” e si concentra sull’interpretazione attiva dell’ambiente circostante attraverso idee fantastiche e immaginazione.

La mostra presenta 12 cortometraggi intrecciati con numerosi oggetti e disegni. I film coprono un arco di tre decenni e mettono in evidenza diversi aspetti delle opere cinematografiche di Švankmajer, sia dal punto di vista tematico che delle tecniche di animazione. Švankmajer è un mago nel dare vita alle cose attraverso l’animazione in stop-motion.

Le cose spesso si esibiscono come attori. Radici d’albero, sedie, una bara, muri: tutto prende vita. I suoi oggetti e l’uomo subiscono una metamorfosi dopo la metamorfosi. Ma mentre i primi si liberano dalla morte e dall’utilitarismo, i secondi sono spesso ridotti a una macchina, ammanettati e imbavagliati.

Il lavoro di Švankmajer è indissolubilmente legato al surrealismo, e la mostra esplora diverse strategie surrealistiche di cui l’artista si è appropriato, tra cui il collage. I collage bidimensionali di Švank-meyers Bilderlexikon rappresentano un mondo immaginario di flora, fauna e topografia. Facendo eco ai compendi, alle enciclopedie e agli atlanti riccamente illustrati del XVI secolo, Švankmajer riunisce scienze naturali e filosofia rendendo tangibile l’immaginario, l’invisibile e il subconscio.

Gli assemblaggi tridimensionali di Švankmajer traggono chiaramente ispirazione dalla Wunderkammer alla corte dell’imperatore Rodolfo II. Švankmajer ha creato oggetti immaginari che riempiono il suo gabinetto scientifico delle curiosità. La mostra presenta una ricchezza di composizioni alchemiche di eccezionale potenza, composte da ossa, vetreria da laboratorio, spazzole, utensili da cucina e altro ancora.

Le sculture di Švankmajer si distinguono per le loro proprietà magiche che stimolano il nostro subconscio e la nostra immaginazione. La mostra presenta molti dei suoi straordinari feticci, carichi di poteri immaginari e spirituali che, secondo Švankmajer, esprimono i desideri e i desideri più segreti e sono il risultato di pura magia.

I suoi intriganti oggetti tattili dimostrano che il tatto può stimolare l’immaginazione ed evocare associazioni radicalmente diverse da quelle innescate dalle impressioni visive. In questa mostra unica ed estesa, Jan Švankmajer dimostra di essere il massimo sostenitore dell’immaginazione e della creatività sfrenata.


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