VVA VirginiaVisualArts, una piattaforma per l’arte contemporanea nel centro di Londra, esporrà nuovi monotipi e opere in rilievo dell’artista multimediale Graham Fink.
In Transition segna una nuova direzione per l’artista che lavora per la prima volta con la stampa monotipo per esplorare ulteriormente i concetti di pareidolia nel contesto dei processi creativi e onirici.
Il subconscio e la creatività attraverso il fenomeno della pareidolia sono stati al centro della pratica di Fink. Il termine “pareidolia” descrive la tendenza a percepire una specifica immagine, spesso significativa, all’interno di un visual pattern casuale o ambiguo. Spesso associata all’epifania religiosa o intellettuale, la pareidolia ha il merito di aiutare gli antichi a negoziare un mondo incomprensibile attraverso l’interpretazione di segni in cui c’era solo caos.
I monotipi di Fink implicano un flusso o un cambiamento perpetuo apparente nella nostra esperienza visiva, cognizione e percezione. Qui lo spettatore non discerne solo un’immagine specifica, ma ha a che fare con un montaggio vorticistico del movimento, un ‘Esercito Pareidolico’: figure astratte e forme travolte in battaglia. Queste alludono alla nostra tendenza a interpretare le formazioni e a concludere le storie a partire dai loro indizi frammentati, qualcosa che movimenti artistici come il Cubismo e l’Astrattismo, conoscevano e capivano implicitamente.
La scienza e la tecnologia della fine del XXI secolo hanno messo a nudo una realtà mentale più profonda e hanno dimostrato che il comportamento umano è il prodotto di sentimenti, pensieri e ricordi, sia a livello conscio che inconscio. I monotipi, insieme a nuove opere in rilievo, rappresentano questi flussi infiniti di percezione, il cervello completa le immagini esterne che l’occhio non può produrre. Le opere sono sfuggenti nella composizione (luci e ombre, spingere e tirare, vastità e oscurità). Un momento che ha viaggiato nel tempo, mentre viene messo a fuoco.
Una qualità simile all’op-art conferisce un’intensità profonda alla serie intesa a portare lo spettatore in un altro livello di coscienza, spesso sperimentato in processi onirici e creativi, un ‘sweet spot’, quando la nostra coscienza è iper-allerta, ma allo stesso tempo c’è una sorta di meditazione trascendentale.
Attraverso le composizioni frammentate e distorte dei monotipi, Fink intende far rivivere agli spettatori sia i ricordi che i sogni e i modelli al loro interno. L’artista, Graham Fink dice: “In Transition è un’indagine nella mente come processo. Sono interessato a guardare la mente all’opera, non censurata, e a vedere le narrazioni mentre si presentano”. Nell’atto stesso di guardare, lo spettatore influenza il fenomeno – guardando le opere, il pubblico viene coinvolto nel processo creativo. “In Transition espone il desiderio umano di identificarsi e di connettersi con il paesaggio che ci sta davanti, sia reale che immaginato.
La mostra è la continuazione dell’opera di Fink come artista multimediale. In Transition fa seguito alla sua mostra Duets del 2018, una collaborazione fotografica con lo stilista di moda Ziggy Chen tenutasi presso la Rankin’s Annroy Gallery. Nell’ultimo anno è stato anche agente dell’umanoide AI, Sophia, creato da Hanson Robotics. Attualmente Fink sta lavorando con Sophia a vari progetti per dimostrare le sue capacità creative.