Presso la galleria Turner Contemporary di Margate è in corso Animals & Us, una grande mostra che esamina le riflessioni di alcuni artisti sul rapporto tra gli uomini e gli altri animali. L’esposizione si concentra su arte contemporanea e arte del XX secolo, con opere storiche, recenti e nuove commissioni.
La mostra apre i battenti in un particolare momento storico, in cui circa il 38% di tutte le specie conosciute stanno per estinguersi. Dopo la morte di Sudan, l’ultimo maschio dei rinoceronti bianchi del nord, Animals & Us intende riesaminare, attraverso il lavoro di più di 40 artisti, il processo di coesistenza e relazione tra gli esseri umani e le altre specie viventi.
Sin dai tempi in cui nostri antenati preistorici disegnavano le creature che popolavano il loro mondo sui muri delle caverne, l’uomo ha esplorato il legame con gli animali attraverso l’arte. Come ha osservato John Berger, gli animali sono stati i primi simboli raffigurati dall’uomo, paradossalmente “ciò che distingue l’uomo dagli animali è estraneo al nostro rapporto con loro.”
Se i manufatti antichi, come i reperti dell’Antico Egitto o i bestiari cristiani del Medioevo, provano la tendenza dell’uomo a ricorrere agli animali per simboleggiare sé stesso e ricercare il senso dell’universo, allo stesso modo le opere contemporanee di Laura Ford e Raqib Shaw giocano con l’antropomorfismo, il mito, la fiaba e l’ibrido uomo-animale.
Le nostre vite e interazioni con gli animali, la nostra vicinanza e lontananza da essi vengono approfondite nelle fotografie aeree di Mishka Henner, ritraenti recinti di ingrasso del bestiame in Texas, con l’intento di mostrare l’allontanamento dal cibo che mangiamo, e nelle collezioni fotografiche Zoologischer Garten (1990 – 1999) di Candida Hӧfer, dove gli animali vengono fotografati negli ambienti artificiali dello zoo che li ospita.
Persino gli animali domestici diventano fonte di ispirazione di artisti del calibro di Andy Warhol, Tracey Emin e William Wegman, i quali, infatti, evidenziano nelle loro opere il legame affettuoso che intratteniamo con loro. Diversi artisti hanno tentato di connettersi con gli animali per capirne la coscienza.
In I like America and America Likes Me (1974), Joseph Beuys passa tre giorni dentro una stanza insieme ad un coyote selvatico, mentre una recente scultura di Stephanie Quayle, commissionata in collaborazione con la Sidney Cooper Gallery di Canterbury, invita i visitatori a guardare dritto negli occhi di un branco di scimpanzé che occupano la galleria.
Spostando l’attenzione sul nostro io animalesco, notiamo come numerosi artisti si pongono delle domande sulla distinzione tra l’uomo e l’animale. L’intelligenza e la creatività degli animali sono celebrate da Andy Holden e Peter Holden omaggiando le straordinarie abilità dell’uccello giardiniere; invece Laura Gustafsson e Terike Haapoja presentano una riproposizione del Museum of Nonhumanity, museo di un futuro prossimo in cui la linea di confine tra umani e regno animale è diventata storia.
Estesa nelle gallerie al primo piano della Turner Contemporary, la mostra Animals & Us abbraccia una vasta gamma di media, dai dipinti alle installazioni, dalle sculture ai video, ricorrendo a tematiche che spaziano dalla biologia e dall’evoluzione, all’antropologia e alla tecnologia, per indagare il nostro modo di relazionarci con gli altri esseri viventi o di distinguerci da loro.
La Turner Contemporary di Margate è una delle gallerie più singolari del Regno Unito; il suo impatto va oltre la rigenerazione a trazione culturale e la presentazione di mostre di livello mondiale, per operare un cambiamento pionieristico delle arti, che le renda sempre più vitali e legate alla vita quotidiana.