Dal 31 gennaio al 6 aprile 2019 CUBO promuove la seconda edizione di das – dialoghi artistici sperimentali, la rassegna dedicata al dialogo artistico e culturale sui temi della contemporaneità, che nasce come territorio di confronto – di contenuti, tecniche, stilemi – fra i maestri dell’arte contemporanea, già storicizzati, ed esponenti della new media art.
Il progetto “FANTOMOLOGIA. Dal micro al macro ai fenomeni del reale” a cura di Marco Mancuso, Daniela Tozzi e Ilaria Bignotti – presentato quest’anno per das – si articola attraverso due differenti linee di azione. Da un lato suggerisce una possibile evoluzione della proposta artistica di CUBO, che prosegua la ricerca condotta negli ultimi anni e induca un’analisi più profonda sul rapporto tra tecnologia, indagine scientifica e dialogo identitario tra l’essere umano e l’ambiente che lo circonda. Dall’altro, decostruisce le modalità espositive classiche dell’arte contemporanea e di narrazione della New Media Art, muovendosi in maniera fluida tra elementi installativi, restituzioni performative e apparati teorici e dialogici.
Fantomologia è il lemma coniato dallo scrittore e futurologo polacco Stanislaw Lem nel suo Summa Technologiae del 1964. L’intera rassegna vuole osservare l’ambiente secondo 4 punti di vista diversi:
- L’ambiente Tecnologico e il flusso di dati sopra di noi, che ci sovrasta
- L’ambiente Sub-Atomico che ci sottende, ciò di cui ogni cosa è costituita
- L’ambiente Fenomenologico che ci circonda, il livello invisibile in cui siamo immersi
- L’ambiente Urbano e Architettonico, che cresce intorno a noi, la sua complessità strutturale e sociale
Gli artisti chiamati a interpretare questi 4 concetti sono Ugo La Pietra, storico protagonista dei linguaggi radicali, della cultura architettonica, urbana e del design italiano in dialogo con il media artist britannico Stanza e il duo russo di science artist Evelina Domnitch e Dmitry Gelfand.
Le Immersioni e Il Commutatore di Ugo La Pietra dialogano con l’ambiente tecnologico dell’installazione The Nemesis Machine – From Metropolis to Megalopolis to Ecumenopolis di Stanza e con quello subatomico della live performance Force Field del duo costituito da Evelina Domnitch e Dmitry Gelfand, trasformando gli spazi di CUBO in un universo in costante mutamento, un luogo che sia contenitore dell’opera e parte attiva della stessa, in cui il pubblico viene chiamato a riflettere sulla potenza dei cambiamenti tecnologici e l’impatto che questi hanno sulla vita di ogni giorno dal punto di vista sociale, architettonico e delle comunicazioni; al contempo il progetto indaga anche la potenza espressiva della natura e la sua spontanea capacità di composizione formale, estetica e percettiva.
Da una parte Stanza con la sua installazione The Nemesis Machine rappresenta la complessità di una città; è una mini metropoli meccanica che monitora i comportamenti, le attività e le informazioni mutevoli del mondo che ci circonda utilizzando dispositivi in rete e informazioni provenienti da Bologna trasmesse elettronicamente attraverso internet in tempo reale.
Dall’altra, Domnich e Gelfand con Force Field, live audio-video immersivo, descrivono una contaminazione suono-immagine al punto di intersezione tra arte, musica, performance e fenomenologia della scienza. In Force Field delle gocce d’acqua vengono fatte levitare per mezzo di una serie di frequenze sonore che consentono alle molecole costituenti di risuonare, vaporizzare e cambiare la forma dei loro conglomerati ri-assemblandosi in una serie di sferoidi, toroidi e poligoni in costante oscillamento e rotazione.
Di Ugo La Pietra saranno presentati le Immersioni – Caschi sonori (dal 1967), e il Commutatore (1970). Come suggerisce il loro nome, nei Caschi sonori il fruitore vi entra con la testa e parte del corpo, provando una esperienza di isolamento e di immersione sensoriale, trovandosi all’interno un ambiente sonoro; il Commutatore, realizzato nel 1970, è sintesi e fulcro di tutte le ricerche condotte da La Pietra sull’ambiente urbano, un “semplice piano inclinato” che ciascuno può portare con sé in giro per la città: appoggiandoci su di esso con il nostro corpo, e variandone l’inclinazione, la nostra prospettiva sull’urbano cambia ogni volta. Infine, nello spazio della Mediateca saranno proiettati video appositamente realizzati dall’Archivio dell’artista con materiali storici e molti dei quali inediti; i tavoli interattivi poi conterranno digitalizzati i risultati di alcuni workshop condotti da La Pietra sulla relazione tra fruitore e spazio urbano, nello specifico focalizzati sulla riscrittura della mappa della città di Milano; infine, il percorso espositivo è completato dal film, mai proiettato sinora e realizzato da La Pietra nel 2015, dal titolo Progetto disequilibrante, volto a ripercorrere le fasi salienti della sua ricerca.
La rassegna das CUBO sceglie come momento inaugurale la settimana dell’arte contemporanea a Bologna e comprende una serie di appuntamenti per tutte le età a confermare la sua versatilità:
Giovedì 31 gennaio
18:00/ Inaugurazione FANTOMOLOGIA
Venerdì 01 febbraio
16:00/ Laboratorio teen PLAY-MAKERS/THE NEMESIS PINS in collaborazione con Fablab Bologna.
18:30/ Talk L’AMBIENTE FENOMENOLOGICO: UNA ENERGIA INVISIBILE. Immersioni e Fenomeni dell’arte contemporanea, partecipano: Ariane Koek, Alfredo Cramerotti e Ugo La Pietra, moderano: Marco Mancuso e Ilaria Bignotti
Sabato 02 febbraio
16:00/ Laboratorio junior LA CITTÀ DI CARTA/AMBIENTAZIONE URBANA in collaborazione con Articolture
18:00/ Experience workshop LE IMMERSIONI COME ESPERIENZA. Due momenti generati da Le immersioni di Ugo La Pietra con Lucia Longhi e Matteo Galbiati, in collaborazione con Espoarte Magazine.
21:30/ Live performance FORCE FIELD L’ambiente subatomico, di Evelina Domnitch e Dmitry Gelfand, Italian première in Unipol Auditorium.
Domenica 03 febbraio
17:30/ MEET THE ARTIST con Evelina Domnitch e Dmitry Gelfand, introduce Marco Mancuso
Mercoledì 20 marzo
17:30/ Talk L’AMBIENTE ARCHITETTONICO E SOCIOLOGICO: IL DATO SENSIBILE. Nuove strutture urbane, culturali e sociali, partecipano: Bertram Niessen, Salvatore Di Dio, Paolo Rigamonti, modera: Daniela Tozzi
STANZA
Stanza è un artista riconosciuto a livello internazionale, che espone in tutto il mondo sin dal 1984. Le opere di Stanza si focalizzano sul sistema partecipativo delle “città”, che dà forma a una serie di domande nell’ambito del suo lavoro aprendo conversazioni sulle politiche dello “spazio”: urbano, tecnologico, sociale. Nelle sue opere, Stanza presenta la città come un sistema di controllo e molti suoi progetti artistici sono realizzati utilizzando dati ambientali in tempo reale, dati di sorveglianza e sicurezza, notizie e sistemi di informazione in diretta e inseriti in quella che oggi viene definita Internet of things. Le opere di Stanza sono state premiate con riconoscimenti prestigiosi come il Nesta Dreamtime Award o l’Arts Humanities Creative Fellowship. Tra le tante commissioni, si ricorda quella per la Wolverhampton Art Gallery, il Watermans Art Centre, FACT, e l’Open Data Institute. I suoi lavori sono stati esposti, tra gli altri presso la Biennale di Venezia, il Victoria Albert Museum, la Tate Britain, Bruges Museum, TSSK Norway, State Museum, Novorsibirsk, la Biennale di Sydney, il Museo Tamayo Arte Contemporáneo Mexico, Plymouth Arts Centre, ICA London.
Evelina Domnitch, Dmitry Gelfand
Dmitry Gelfand (Nato nel 1974, San Pietroburgo, Russia) ed Evelina Domnitch (n. 1972, Minsk, Bielorussia) creano ambienti sensoriali immersivi che uniscono la fisica, la chimica la computer science con la pratica filosofica. Allo scopo di lavorare sui processi scientifici specifici, gli artisti collaborano con vari istituti di ricerca scientifica, inclusi il Drittes Physikalisches Institut (Goettingen University, Germania), l’Institute of Advanced Sciences and Technologies (Giappone), il Ricso Lab (Russia) e il Meurice Institute (Belgio). Avendo completamente abbandonato l’uso di media digitali, di registrazione e di manipolazione del suono e dell’immagine, Domnitch e Gelfand creano installazioni che si comportano come ecosistemi viventi i cui fenomeni in constante trasformazione offrono diversi punti di osservazione agli spettatori.
Ugo La Pietra
Nato a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 1938, originario di Arpino (Frosinone), vive e lavora a Milano, dove nel 1964 si laurea in Architettura al Politecnico. Architetto di formazione, artista, cineasta, editor, musicista, fumettista, docente, dal 1960 si definisce ricercatore nel sistema della comunicazione e delle arti visive, muovendosi contemporaneamente nei territori dell’arte e del progetto. Instancabile sperimentatore, ha attraversato diverse correnti (dalla Pittura segnica all’arte concettuale, dalla Narrative Art al cinema d’artista) e utilizzato molteplici medium, conducendo ricerche che si sono concretizzate nella teoria del “Sistema disequilibrante” – espressione autonoma all’interno del Radical Design – e in importanti tematiche sociologiche come “La casa telematica” (MoMA di New York, 1972 – Fiera di Milano, 1983), “Rapporto tra Spazio reale e Spazio virtuale” (Triennale di Milano 1979, 1992), “La casa neoeclettica” (Abitare il tempo, 1990), “Cultura Balneare” (Centro Culturale Cattolica, 1985/95). Ha comunicato il suo lavoro attraverso molte mostre in Italia e all’estero, e in diverse esposizioni alla Triennale di Milano, Biennale di Venezia, Museo d’Arte Contemporanea di Lione, Museo FRAC di Orléans, Museo delle Ceramiche di Faenza, Fondazione Ragghianti di Lucca, Fondazione Mudima di Milano, Museo MA*GA di Gallarate.
I CURATORI
Marco Mancuso
Marco Mancuso è critico, curatore, docente ed editore indipendente che focalizza la sua ricerca sull’impatto delle tecnologie e della scienza sull’arte, il design e la cultura contemporanea. Fondatore e direttore dal 2005 della piattaforma Digicult, insegna Fenomenologia dell’Arte Contemporanea e Culture Digitali alla NABA e allo IED di Milano e Sistemi Editoriali per l’Arte all’Accademia G. Carrara di Belle Arti di Bergamo. Tiene conferenze e prende parte a tavole rotonde sulla relazione tra creatività, società e tecnologie emergenti e su come il mercato dell’arte contemporanea stia cambiando in relazione al rapporto con l’industria e con le piattaforme digitali. È stato partner dei principali festival nazionali e internazionali di New Media Art, ha curato importanti eventi e mostre e attualmente collabora con lo spazio curatoriale Adiacenze di Bologna. È autore del libro “Arte, Tecnologia e Scienza. Le Art Industries e i nuovi paradigmi di produzione nella New Media Art contemporanea” per Mimesis Edizioni ed è dottorando di ricerca presso l’Università IUAV di Venezia.
Ilaria Bignotti
Nata a Brescia nel gennaio 1979, è Dottore di ricerca in Teorie e Storia delle Arti, storico dell’arte, critico e curatore indipendente. Coordinatore scientifico e Curatore per l’Archivio Paolo Scheggi, Milano.,Direttore scientifico del Francesca Pasquali Archive, Bologna, Responsabile Progetti Speciali e Curatore Scientifico dell’Archivio Antonio Scaccabarozzi, Milano è docente a contratto all’Accademia di Belle Arti “SantaGiulia” di Brescia e Coordinatore di ambito disciplinare per le Scuole di Pittura e Scultura. È nel Comitato scientifico del “MoRE Museum-museum for refused and unrealised art projects”, museo online volto alla individuazione, alla raccolta, alla catalogazione e alla digitalizzazione di progetti artistici rifiutati o non realizzati del XX e XXI secolo.
Daniela Tozzi
Daniela Tozzi è direttore artistico dello spazio curatoriale Adiacenze di Bologna. Dal 2006 inizia il suo percorso professionale in ambito artistico lavorando per sei anni presso la OTTO Gallery di Bologna. Nel 2010 insieme ad Amerigo Mariotti fonda Adiacenze, spazio curatoriale di sperimentazione artistica selezionato nel 2018 per fare parte della piattaforma “I luoghi del contemporaneo”, progetto promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. In Adiacenze si dedica alla curatela delle mostre con particolare attenzione all’ambito produttivo e organizzativo dei progetti. Parallelamente si occupa della comunicazione, dell’ufficio stampa e affianca gli artisti nella redazione dei testi critici dei progetti espositivi e dei propri materiali di presentazione. Dal 2014 si dedica all’ideazione di workshop e laboratori per artisti e curatori proponendo progetti multidisciplinari che toccano il campo artistico in generale.